La Fungolandia cartacea abitata da personaggi bidimensionali nella forma di foglietti colorati che ne definiscono le sembianze è una bizzarria non solo accattivante e gradevole da ammirare, come le pagine di quei libri per l’infanzia che una volta aperte costruiscono prodigiose architetture tridimensionali. Questo mondo ispirato alla mitologia del celeberrimo idraulico baffuto è infatti un manifesto teorico sulla geometria che offre uno sguardo ludico sul rapporto tra le forme che si estendono su un piano e quelle che occupano una spazio definito da una proiezione ortogonale, tra le due dimensioni e l’illusione di una terza ricreata con l’artifizio.
Il nuovo episodio della serie stravagante di Intelligent System è uscito per Wii U e rappresenta il suo canto del cigno, considerando che durante il 2017 sarà distribuita una nuova console di Nintendo, (appena presentata con il nome di Nintendo Switch). Si intitola Paper Mario Color Splash e vi si celebra il colore e il gesto del colorare con una poesia che potrebbe apparire naif ma è di fatto universale e profonda come lo è in tante opere elettroniche della «grande N» che non si rivolgono unicamente ad un pubblico adulto ma risultano godibili, leggibili e interpretabili a qualsiasi età.
Minimale e fiabesco l’intreccio: durante una notte tempestosa la principessa Peach di questa alternativa dimensione di cellulosa porta una sinistra lettera a Mario che si rivela uno dei tanti funghetti antropomorfi del suo regno, accartocciato in maniera spietata. L’unico indizio per venire a capo di questa comica atrocità è il timbro postale, che rimanda alla remota Isola Prisma, nota per essere un paradiso cromatico. Così l’eroe baffuto e la rosea maestà si mettono in viaggio per scoprire che in quell’oasi policromatica molte tinte sono state cancellate e gli abitanti prosciugati di queste giacciono inermi, come foglietti sbiancati. Grazie ad un barattolo di vernice senziente e parlante Mario otterrà il potere di restituire il colore e comincia così una stramba quanto epica avventura il cui obiettivo principale sarà pitturare nuovamente le superfici deturpate e scoprire il responsabile di tale scempio.
Strutturato nella maniera di un gioco di ruolo giapponese classico, le cui dinamiche sono tuttavia variate con originalità e fantasia, Paper Mario Color Splash è suddiviso in momenti di esplorazione, combattimenti a turni e narrazione. I panorami offerti da ogni livello coinvolgono e catturano lo sguardo grazie alla loro varietà e all’ispirazione del disegno: borghi marittimi vagamente mediterranei, viottoli tra verdeggianti colline su cui pendono nuvole azzurre e grigie, spiagge tropicali sulla cui rena vegetano palme buffe, antichi e fiammanti templi, inquietanti alberghi dove soggiornano comiche e sinistre presenze spettrali. Tutto è di carta, ma diversamente dai personaggi, che sono rappresentati come ritagli bidimensionali, le ambientazioni sono tridimensionali nella forma di spettacolari, impossibili e immensi origami.
I combattimenti a turni possono inizialmente sembrare complessi per ciò che concerne l’esecuzione delle mosse marziali, basate su delle carte da gioco che troveremo e raccoglieremo in un mazzo durante l’avventura. Ogni carta offre una possibilità diversa e dobbiamo selezionarle sul touch-screen posto sul controller del Wii U, distogliendo così lo sguardo dallo schermo televisivo. Inoltre alcune carte sono scolorite e bisogna dipingerle con le proprie dita facendole scorrere sullo schermo. È un processo lungo che può rivelarsi ripetitivo e spezzare il ritmo di gioco, ma infine risulta vincente nel restituire all’opera in questione una dimensione davvero tattile.
Paper Mario Color Splash è l’opera ideale da godere tra la magnifica e inquietante tenebra di un’arte videoludica che si adegua all’oscura realtà, rispecchiandola, e che contempla il disagio dell’essere umano contemporaneo. È una favolosa fiaba edificante sulla meraviglia e l’identità del colore che ci astrae dolcemente dall’orrore.