La corsa a sindaco di Napoli per Luigi de Magistris cominciò cinque anni fa al cinema Modernissimo. Ieri è tornato nella sala del centro storico per la campagna che potrebbe portarlo alla rielezione: «Quel giorno pioveva, per raggiungere il Modernissimo si saltava tra i rifiuti e non si incrociavano turisti. Era una città molto depressa. Eravamo soli. Oggi abbiamo una squadra, consapevolezza della macchina amministrativa. Vinceremo e lo faremo al primo turno». Il pubblico applaude, c’è la stessa folla del 2011: circa mille all’interno e un centinaio fuori.

«Non consentirò a Renzi di far credere che il sindaco è istigatore della violenza o che divide – prosegue -. È Renzi che divide. Vuole coprire lo scandalo delle primarie». Per adesso la campagna elettorale del Pd in città l’ha condotta il premier, così de Magistris attacca: «Lui ha bisogno di essere circondato da 500 rappresentanti delle forze dell’ordine per venire a Napoli, almeno Berlusconi stava tra la gente. Sono due anni che chiediamo più uomini in divisa e, nell’attesa, venerdì abbiamo approvato una delibera per assumere 132 poliziotti municipali». L’altro ieri è stato approvato anche il bilancio di previsione 2016-2018 e, tra le delibere, quella per il reddito minimo di cittadinanza. Il sindaco promette più impegno per le periferie e i quartieri in sofferenza: «Dal 5 giungo (cioè dal giorno del voto, ndr) nascerà un soggetto politico nuovo. Dobbiamo portare Napoli a essere la capitale morale e politica dell’intero paese».

Ieri però teneva banco la notizia dell’accordo elettorale con il Lir, movimento Liberali-Repubblicani, guidato da Enzo Peluso. Il Mattino ha rivelato che Peluso è un massone e sul sito del Grande Oriente d’Italia si invita a «sommergerlo di preferenze». Ha replicato de Magistris: «Nelle liste non ci saranno massoni né persone legate alla camorra, corrotti o delinquenti». Non saranno però tutte liste di sinistra: «Dobbiamo parlare all’intera città. Nelle 14 liste a mio sostegno ci saranno persone convinte del programma. Se nel passato hanno avuto esperienze moderate o di altro tipo, saranno accolte dopo un’attenta valutazione».

Ieri si è consumata una sfida a distanza tra gli aspiranti sindaci di Napoli. Il candidato di centrodestra, l’imprenditore Gianni Lettieri, ha radunato oltre mille sostenitori a Città della Scienza a Bagnoli: una location che strizza l’occhio al Pd e ai progetti benedetti da Renzi per l’area ovest. Dall’altro lato del marciapiede, al circolo Ilva, c’era invece la candidata dem, Valeria Valente. Scortata dalla polizia, che tiene distante una pattuglia di manifestanti della rete Bagnoli libera: «Volevamo entrare – hanno spiegato poi – all’iniziativa “pubblica” di Valente. Ci hanno bloccato con un dispiegamento di forze da vertice internazionale». Stamattina saranno di nuovo a Bagnoli per il corteo del 1° Maggio lungo il perimetro dell’area che Renzi ha commissariato. Quella di ieri è stata la terza contestazione a Valente in un mese: «Sono sempre gli stessi – ha replicato -, li ho visti anche accanto a de Magistris in qualche conferenza. Dopo cinque anni di mal governo, il sindaco si ripresenta con l’annuncio di voler fare la rivoluzione. Ancora?».

Il lungomare invece è stata la location scelta dai 5Stelle per aprire la campagna elettorale di Matteo Brambilla con i big napoletani del movimento. Secondo Roberto Fico, «de Magistris non è stato capace di pulire la città né il mare, di valorizzare le risorse che abbiamo. Valente non si preoccupa dei problemi delle persone. Lettieri? Ha fatto fallire decine di aziende e fa accordi con Salvini». Di Maio attacca i dem: «L’impresentabile Denis Verdini si è messo subito al lavoro, radunando il cosentiniano Vincenzo D’Anna e altri 15 “portatori di voti” di Ala e Forza Italia davanti a un buon pranzo partenopeo. Il piatto più gustoso erano le elezioni napoletane. La ricetta è una lista di appoggio a Valeria Valente». D’Anna smentisce.