Piccoli incidenti di percorso per papa Francesco a Czestochowa durante la Giornata mondiale della gioventù. Ma l’importante è sapersi rialzare. Ieri il pontefice ha raggiunto la città mecca del turismo religioso in Polonia in mattinata per una Messa nel santuario della Madonna Nera.

Francesco è inciampato sulle scale del palco con l’incensiere in mano mentre si stava avvicinando al quadro della celebre icona, venerata in chiave Vudù, anche dai più ben bisognosi abitanti di Haiti. E certo che il mate e il caffè espresso, bevuti con regolarità dal Santo Padre, lo aiutano a tenersi in forma.

Una funzione quella di Czestochowa convocata anche per ragioni patriottiche con l’intenzione di celebrare il 1050/o anniversario del battesimo del paese ospitante. Ma il discorso di Francesco non è stato sicuramente uno di quelli in grado di scaldare il cuore dei fedeli polacchi più nazionalisti.

Cadere e rialzarsi subito senza mai abbassare la guardia, è questo il messaggio del papa al mondo che sembra capire il dramma elisabettiano a cui sermbra condannata tutta l’umanità: «Essere attratti dalla potenza, dalla grandezza e dalla visibilità è tragicamente umano, ed è una grande tentazione che tenta di insinuarsi ovunque».

E un’agenda intensa quella pontefice a Cracovia. Oggi è in programma una visita ai campi della morte nazisti, prima di un incontro con alcuni sopravvissuti all’Olocausto. Sarà l’occasione anche per ricordare la figura del francescano polacco San Massimiliano Kolbe, a 75 anni dalla sua condanna a morte nel campo di Auschwitz.

Sei discorsi, tre omelie e un Angelus per rilanciare la sua sfida al mondo dopo la presa di posizione forte dei giorni scorsi. «Non è una guerra di religione. Le fedi vogliono la pace», aveva dichiarato il Santo Padre mercoledì, commentando così i fatti di Rouen, ancora prima ancora di atterrare all’aeroporto di Cracovia. Ieri il pontefice ha voluto aggiungere un’altra tessera al puzzle. Le ragioni materiali dei conflitti sono da cercare anche nella hybris dell’uomo che condanna l’uomo alla bramosia. Tuttavia, fino ad ora, l’unico vero inciampo registrato durante la Ggm cracoviana è legato alla qualità altalenante dell’interpretariato. «Adesso vi congedo, domani ci vedremo, poi ci rivedremo. Voi fate il vostro dovere che è fare chiasso tutta la notte!», ha esclamato il papa al termine della prima delle tre «affacciate» notturne dal balcone del palazzo arcivescovile con un’ultima apparizione in programma oggi.

Un appello festoso ma goffamente tradotto dall’interprete in polacco come un «invito a non fare troppo chiasso». Eppure, dai sorrisi e dalle urla di migliaia di giovani, bagnati da una leggera pioggerellina estiva, l’impressione è che soltanto pochissimi abbiamo davvero frainteso le parole del pontefice. Prima di mettersi in viaggio in auto per Czestochowa, Francesco ha incontrato anche fugacemente le «Suore della Presentazione» del Convento di S. Giovanni. Un luogo simbolico dove Karol Wojtyla, allora arcivescovo di Cracovia, aveva incoronato nel 1965 un’icona venerata nella chiesa.

Il bigos, uno stufato a base di crauti e carne, è servito. I polacchi, si sa, sanno essere davvero ospitali quando vogliono. E le migliaia di pellegrini accorsi a Cracovia hanno potuto gustare dei piatti locali in cambio dei «gettoni del pellegrino».

Più difficile, invece, capire quale sia stato il menu della cena a porte chiuse tra Francesco e gli alti prelati polacchi. Sì certo, avrà toccato anche l’argomento accoglienza dei profughi. Aprirsi e dimostrarsi abbastanza aperti da accogliere l’Altro, come fare? Ecco che la spinta riformista nella Chiesa dovrà arrivare soprattutto dal basso.

«Abbia fede e vedrà le cose cambieranno un po’ alla volta», spiega con un sorriso appena accennato una sorella «prezentka» (un ordine della «congregazione delle suore della presentazione») all’ingresso del convento.

Nel pomeriggio di ieri il Papa ha raggiunto in tram la spianata di Blonia per una grande messa en plein air, neanche fosse Thomas Sankara.
Mai prima d’ora un pontefice si era spostato così durante una visita ufficiale. Il messaggio ai giovani sembra piuttosto eloquente: pioggia o non pioggia, bisogna fare chiasso e senza rinunciare ad un bagno di umiltà.