Nella legge di stabilità che sarà presentata nelle linee fondamentali giovedì 15 ottobre leanticipazioni parlano di un cambiamento di atteggiamento del governo Renzi rispetto alla condizione fiscale, previdenziale e sociale dei professionisti e freelance a partita Iva. Domenica scorsa, in un incontro con le principali associazioni nazionali al Nazareno a Roma, i tecnici del governo, insieme a una rappresentanza dei deputati del Partito Democratico (tra gli altri, il presidente della commissione lavoro della Camera Cesare Damiano, la deputata Chiara Gribaudo e il presidente del partito Matteo Orfini) hanno messo sul tavolo i punti principali di una riforma in due tempi.

Il primo tempo sarà impiegato per rimediare ai pasticci combinati dal governo Renzi nella manovra 2014: si prevede il blocco definitivo dell’aumento dell’aliquota previdenziale per gli iscritti alla gestione separata dell’Inps al 27,72%. Nel 2014 era stata prima alzata al 30% e poi, dopo i «mea culpa» di Renzi congelata al 27%. Il Pd si è impegnerà a portarla al 24% come per gli artigiani e i commercianti. Si ristabilirà il vecchio regime fiscale agevolato per gli autonomi: la soglia di accesso per i nuovi «minimi» sarà rialzata a 30 mila euro con un’aliquota bloccata al 5% nei primi 5 anni dell’attività, senza limiti di età. Al sesto crescerà al 15%. Costo complessivo: 250 milioni di euro all’anno. Questi interventi riguardano 1,8 milioni di scritti all’Inps e un altro milione che gode delle agevolazioni fiscali.

Altre risorse, non ancora precisate, dovrebbero essere stanziate per rispondere alle sollecitazioni sui diritti fondamentali avanzate dai movimenti dei freelance negli ultimi anni: per la malattia grave si prevede la sospensione degli obblighi Irpef e Inps con possibilità di rateizzazione su un periodo tre volte superiore rispetto alla durata della malattia; per la maternità si prevede di eliminare l’astensione obbligatoria dal lavoro e per i congedi parentali si pensa a un periodo di sei mesi nei primi tre anni di vita del bambino. Queste misure confluiranno in un collegato alla manovra finanziaria. Allo studio ci sono misure sui tempi di pagamento, sulla deducibilità della formazione e dell’aggiornamento, sull’accesso dei professionisti ai bandi europei, norme sulla difesa della proprietà intellettuale e sulla tutela contrattuale con la possibilità di recesso e richiesta di risarcimento. Annunciato anche uno «statuto» per il lavoro autonomo: si punta a riconoscerne le qualità proprie, senza confonderlo con i parasubordinati, le «false partite Iva», opponendo i professionisti iscritti agli ordini ai lavoratori autonomi «non ordinisti».

Queste misure confluiranno in una proposta di legge che sarà presentata in settimana, prima firmataria la deputata Pd Chiara Gribaudo, che si aggiunge a un’altra presentata da Cesare Damiano nel 2014: «Abbiamo aggiornato i dati e modificato le politiche attive per gli autonomi che sono i nuovi poveri. Quello del governo è un cambio di passo – sostiene – Ha raccolto le richieste dei deputati che hanno lavorato nella commissione lavoro della Camera. Il compito di una forza progressista come il Pd dev’essere quello di rappresentare lavoratori che sono stati cancellati e mai considerati fino ad oggi, se non come parasubordinati o imprenditori». A Gribaudo, che ha lavorato insieme al sindacalista Cgil Davide Imola purtroppo scomparso, la domanda è sui sindacati: «Non hanno brillato per presenza, a parte Davide che è stata la punta più avanzata di questi ragionamenti – risponde – Sempre che tutto vada bene, questa è una svolta importante. Può diventare il JobsAct per il lavoro autonomo e, se posso permettermi, anche più interessante». «Questa è una riforma che dobbiamo a un mondo che è stato completamente abbandonato. Riguarda le nuove generazioni. Io per prima ero un cocopro, nel precariato siamo cresciuti e aspettiamo una riforma che riguardi noi e non solo le categorie rappresentate dai sindacati. Sono ottimista».

«Sta iniziando un percorso – commenta Andrea Dili dell’associazione XX maggio – Se andrà avanti Renzi avrà riconosciuto l’autogol dell’anno scorso. Al lavoro autonomo va riconosciuta la sua dignità». «Questi annunci sono un passo in avanti importante, almeno quest’anno sanno che esistiamo prima della manovra – sostiene Anna Soru dei freelance di Acta che oggi parteciperà alla conferenza stampa indetta da Cesare Damiano con Colap e «Alta partecipazione» che interesserà le partite Iva- Mi auguro che queste misure siano ispirate a una visione complessiva e non si limitino a risolvere la questione fiscale con il regime dei minimi. Tra l’altro ricordo che i freelance sono stati esclusi dal bonus degli 80 euro». Sui diritti alla malattia interviene la freelance toscana Daniela Fregosi che conduce da tempo una battaglia vibrante e molto ascoltata: «Bisogna capire se sulla sospensione dei contributi ci saranno le more e come saranno strutturate. Anche Equitalia rateizza, però con gli interessi. E anche noi, che non siamo dipendenti, non possiamo permettercelo». «È un piccolo, primo passo rispetto all’essere completamente ignorati. Adesso, almeno, hanno iniziato a pensare a noi».