Sulla Süddeutsche Zeitung come sulla Bild sono di pubblico dominio le “sbobinature” delle telefonate private di Angela Merkel intercettate dalla Nsa americana.

Conversazioni top-secret, a beneficio dell’intelligence di Obama, rubate direttamente dal cellulare federale. Viene fuori che la cancelliera già nel 2011 non credeva all’efficacia degli aiuti alla Grecia.

Tra le 69 utenze del governo tedesco tenute sotto controllo, spunta uno scambio più che eloquente sulla posizione della Germania di fronte al default dello Stato ellenico.

E’ l’ottobre 2011, Merkel è in visita ufficiale in Vietnam, al telefono viene registrata la voce di uno suoi assistenti personali che riassume le sue opzioni.

«La cancelliera ha preso atto delle perplessità sulla Grecia e (pensa) a cosa sarebbe più adatto per affrontare la situazione: un nuovo taglio del debito o un ulteriore trasferimento»

Ma la decisione appare chiara: «Con altri tagli la Grecia non sarebbe in grado di superare i suoi problemi perché non riuscirà a far fronte al debito elevato». Negli stessi termini si parla anche del “fallimento” dei consiglieri inviati ad Atene per mettere il governo greco sulla giusta strada, cioè quella della Germania.

Nel protocollo Wikileaks spicca «il dubbio che l’invio di esperti finanziari per la Grecia possa essere particolarmente utile per riportare il sistema sotto controllo. All’interno del ministero delle finanze solo Schaüble sostiene un taglio forte, nonostanti i tentativi della cancelliera sulla copertura del debito».

Dichiarazioni inedite, visto che Angela Merkel non ha mai dichiarato pubblicamente i suoi dubbi sulla missione degli advisor economici, ricorda la Bild. E anche controverse.

Sempre nel 2011 la Nsa registra un’altra telefonata privata. Nel report della conversazione le spie americane segnalano che «a differenza della cancelliera, Nikolaus Meyer-Landrut (consulente per la politica europea di Merkel, ndr) era ovviamente del parere che dovrebbe essere inviata una squadra ad Atene a monitorare la situazione».

Gli “scambi” sulla Grecia sono solo una parte del furto di dati della Nsa, comunque più che sufficienti, e sensibili, perché tra i corridoi della Bundeswaschmaschine (la “lavatrice federale”, così è chiamata a Berlino la Cancelleria) più di qualcuno cominci a chiedere di «chiarire se i fatti sono veri oppure no».

Di certo, solo che da oggi la narrazione della politica della «porta aperta» con la Grecia comincia a vacillare.