Con Cani sciolti (Il Sirente, pp. 105, euro 15, traduzione di Barbara Benini), Muhammad Aladdin dà uno schiaffo alla società conservatrice egiziana. Il libro racconta di Ahmed, scrittore dalle grandi aspettative che però è costretto a pubblicare racconti pornografici in un blog per guadagnarsi da vivere. La vita quotidiana di Ahmed tra droga e sesso si svolge soprattutto a West el-Balad, quartiere del centro del Cairo poco lontano da piazza Tahrir, ma anche nei sobborghi urbani della megalopoli egiziana. L’autore descrive in chiave post-moderna un’interessante evoluzione nelle dinamiche di relazione di un gruppo di giovani

Insieme ad Ahmed, le pagine del libro racchiudono le vicende del regista televisivo el-Loul e del suo amico di infanzia Abdallah, cresciuti con i miti pop degli anni 90 dalle canzoni ai programmi televisivi, fino a diventare i giovani rivoluzionari che hanno contestato il trentennale regime di Mubarak nel 2011, i Fratelli musulmani nel 2013 e l’esercito oggi: dei «cani sciolti» che non trovano una facile collocazione politica in Egitto. «Ho partecipato alle contestazioni nei pressi del ministero della Cultura nel 2013 contro le decisioni della Fratellanza, insieme a tanti intellettuali egiziani. I Fratelli musulmani e l’esercito hanno la stessa agenda politica, è vero però che è stato più facile per l’esercito reprimere il dissenso», ha spiegato l’autore.

Anche Muhammad Aladdin è stato citato in giudizio con le accuse di linguaggio osceno, anni fa. Il suo caso si è chiuso con un’ammenda, ma non si contano i casi di censura di giornalisti e artisti critici: è in corso il processo a carico di due scrittori, Ahmed Naji e Tareq al-Taher, accusati di aver pubblicato articoli dal linguaggio osceno. Naji, autore di Rogers (2010), viene più volte citato anche in questo libro. In verità, il dialetto egiziano si mescola con espressioni esplicite e invettive che rendono bene il linguaggio colloquiale che si ascolta nelle strade del Cairo. Eppure l’autore tenta di superare i luoghi comuni descrivendo la provincia di Mansura come più «civile» dei caotici sobborghi cairoti di Feysal.

Il racconto di Ahmed inizia con una sorta di «Comizio d’amore», dove l’autobiografia dell’autore diventa un outing di abitudini sessuali, vizi e virtù di uomini e donne egiziane tra le lenzuola che rendono il testo schietto e originale. Cani sciolti è un manifesto della liberazione sessuale, uno degli obiettivi inesplorati delle rivolte di piazza, messo a tacere con il diffuso ricorso a molestie e violenze contro le donne che prendevano parte alle contestazioni. «Entravo e uscivo da una sorta di stato comatoso e quando finalmente aprii gli occhi, ebbi come l’impressione di osservare il mondo da dentro una caverna», scrive l’autore. Quando Ahmed riprende la strada per viaggiare con i taxi collettivi incontra direttamente il malcontento popolare per l’esiguo aumento dei prezzi dei trasporti privati. Con la giunta militare e dopo il colpo di stato del 2013, le cose non sono andate meglio. «Continuano a perseguire le libertà artistiche in nome del nonsenso tradizionale. Il nostro dovere è liberarci da questi conflitti. La battaglia è dura e dolorosa, l’Egitto è molto indietro. Ma senza lottare non raggiungeremo mai l’obiettivo», ha commentato Muhammed.