Strapiena la grande sala del Centro Nicola Tommasoli per l’incontro che Verona ha dedicato a Walter Peruzzi, da poco scomparso. Ha aperto e inframmezzato i vari interventi la toccante voce di Grazia De Marchi, accompagnata dalle chitarre di Gigi Pavan e Chicco Trapani.

La vita di Peruzzi è via via emersa dai commossi interventi, iniziati da Vittorino Andreoli, suo compagno di liceo che ha ricordato il comune passato studentesco, dai lunghi dibattiti sulla filosofia tomistica fino alla scoperta-rivelazione di Carlo Marx.

Sono venute successivamente alla luce le varie tappe di una militanza appassionata e generosa, dagli anni di «Lavoro Politico», ai gruppi marxissti-leninisti fino alla creazione della Fls, esperienza unica di federazione unitaria provinciale tra i tre sindacati confederali della scuola. Le varie testimonianze hanno evidenziato il quadro di una dedizione assoluta, coinvolgente e totalizzante all’ideologia, che ha creato via via una serie di adepti, perché la vocazione didascalica di Walter Peruzzi, il suo bisogno di comunicare ad altri la forza del suo pensiero fu sicuramente una delle sue principali caratteristiche.

Poi, gli anni della delusione post-sessantottina, il suo trasferimento a Milano dove, per altro, il suo lavoro politico è continuato sotto nuove e diverse forme, culminate nella fondazione e nell’attiva collaborazione alla rivista «Marx 101» e successivamente al periodico «Guerra e pace» nonché alla stesura di importanti e ponderosi volumi di riflessione e di analisi storico-politica, dall’anamnesi della Chiesa in «Cattolicesimo reale» fino a una godibilissima ma approfondita valutazione storica della Lega in «Svastica verde».

Al momento del suo decesso, Peruzzi stava lavorando ad ultimare una nuova opera, su cui aveva sollecitato, fino agli ultimi giorni della sua vita, la valutazione critica dell’antico compagno di liceo Vittorino Andreoli.
Pur attento ad ascoltare con acuto spirito critico il suo tempo, Peruzzi non aveva mai voluto accettare il crollo di quelle ideologie che erano state l’elemento portante di tutta la sua esistenza.

La riunione, gestita da Fiorenzo Fasoli, è servita, tra l’altro, come momento di incontro di tanti compagni che avevano lavorato insieme sotto la coinvolgente guida di Walter e che la vita aveva poi disperso ma nei quali il ricordo del Maestro è rimasto costante come, in varie forme, gli effetti della sua presenza nella loro vita sociale, culturale e politica.