Fratelli-coltelli. In Venezuela, l’alleanza di opposizione (la Mesa de la Unidad Democratica – Mud -) critica l’iniziativa presa da Leopoldo Lopez e Daniel Ceballos, in carcere per le violenze dell’anno scorso, di convocare per sabato una marcia di protesta contro il governo. «La manifestazione di sabato – scrive la Mud – non è un’iniziativa di questa alleanza, ma di una delle organizzazioni che ne fanno parte». L’organizzazione è Voluntad Popular, capitanata da Lopez e risultata seconda alle primarie dell’opposizione. Una delle più oltranziste e decise a cacciare con la forza Nicolas Maduro dal governo. L’anno scorso, insieme all’ex deputata filo atlantista Maria Machado e all’ex sindaco della Gran Caracas, Antonio Ledezma (ora agli arresti domiciliari per malattia), Lopez ha lanciato la campagna la salida (l’uscita). Le violenze provocate dalle destre hanno lasciato un saldo di 43 morti e oltre 800 feriti.

Secondo la denuncia dei suoi sostenitori, Lopez si trova in isolamento. Tuttavia, in base al video che ha inviato all’esterno e che circola nelle reti sociali, è entrato in possesso di una telecamera e ha potuto incidere un appello alla piazza durante il quale si dichiara in sciopero della fame.

Il difensore del popolo, Tarek Saab – una figura istituzionale di mediazione gradita a entrambi gli schieramenti – ha però smentito che il leader oppositore sia isolato, e che questa sia la condizione dell’ex sindaco Daniel Ceballos, altro politico che si è dichiarato in sciopero della fame. In compenso, in tv è stata diffusa una registrazione in cui Ceballos e Lopez mettono a punto un nuovo piano destabilizzante.

L’ex candidato presidenziale Henrique Capriles (leader di Primero Justicia, il più votato alle primarie Mud) ha dapprima scomunicato la manifestazione e poi sostenuto che vi si recherà per solidarietà con i detenuti. Lilian Tintori, moglie di Lopez, attivissima nella campagna internazionale, ha chiesto al Difensore Saab di cedere la sua visita settimanale al marito a due ex presidenti, il colombiano Andrés Pastrana e il boliviano Jorge Quiroga, che parteciperanno alla marcia di sabato e che intendono recarsi in carcere. L’ex presidente spagnolo Felipe Gonzalez – che il parlamento ha dichiarato persona non grata – ha invece detto che tornerà a Caracas a giugno, quando riprenderanno le udienze processuali di Lopez.

Maduro ha denunciato la campagna di discredito internazionale di cui è bersaglio. E ha affermato che l’opposizione mira a far fallire la ripresa del dialogo con gli Usa, iniziata durante il VII vertice delle Americhe che si è tenuto a Panama. Nelle conversazioni registrate, infatti, per Lopez e Ceballos quello di far fallire i colloqui con gli Usa risulta essere l’obiettivo principale. L’opposizione ha attivato tutti i canali possibili per far sì che Obama – che ha dichiarato il Venezuela «una minaccia inusuale e straordinaria» – acuisca il decreto di sanzioni emesso il 9 marzo.

Maduro ha anche negato che il paese intenda tornare al dollaro come moneta principale, come invece sostiene l’opposizione. Intanto, non trova soluzione il conflitto aperto dalla compagnia petrolifera Exxon Mobil, che sta effettuando trivellazioni nelle acque contese con la Guyana. E il chavismo ha iniziato la campagna elettorale per le primarie, che si svolgeranno il 28 giugno. Negli ultimi tre mesi dell’anno, ci saranno le parlamentari.