È la prima volta in Kenya di un presidente statunitense in carica. Un presidente speciale in questo caso, di origini appunto keniane che fanno di lui il primo afroamericano a risiedere alla Casa Bianca.

L’Air Force One è atterrato venerdì sera a Nairobi tra imponenti misure di sicurezza che non hanno però impedito alla folla di esprimere una calorosa accoglienza al convoglio presidenziale lungo strade per l’occasione deserte e blindate.

Barack Obama ritorna nella sua terra natia da presidente degli Usa dopo esserci stato 10 anni fa in veste di senatore. Tante e importanti le aspettative dei keniani, dai politici agli uomini d’affari alla semplice società civile, da parte di chi, le minoranze come gli omosessuali, soffre la violazione di importanti diritti umani.

Non poche d’altro canto però anche le attese di ampi settori dell’industria americana che guardano con grande attenzione a questo viaggio. E si aspettano l’apertura di un importante varco nella più importante economia dell’Africa dell’Est attraverso la sigla di accordi economici che facciano breccia contro una presenza ben radicata e in continua crescita della Cina che nel 2009 ha superato gli Stati Uniti come il più grande partner commerciale del continente.

Ed è appunto questa, il rafforzamento della partnership commerciale oltre al consolidamento di una già importante alleanza militare nella lotta contro il terrorismo internazionale, la principale ragione del viaggio in Kenya di Obama. Che in pochi giorni dovrà recuperare il tempo e le occasioni perdute, ricucendo non pochi strappi politici e diplomatici. Un viaggio difficile ma possibile ora che la Corte Penale Internazionale (Cpi) ha archiviato il caso per crimini contro l’umanità a carico del presidente del Kenya Uhuru Kenyatta.

Tra i primi impegni in programma, ieri mattina Obama ha presieduto il Global Entrepeneurship Summit presso il compound delle Nazioni Unite a Nairobi: «L’Africa è in movimento, le persone escono dalla povertà, i redditi salgono e la classe media cresce» ha dichiarato rivolgendosi alla platea degli imprenditori locali che – ha continuato il presidente – possono giocare un ruolo fondamentale nel fare del continente un hub per la crescita globale, contribuendo a creare opportunità in Africa tali da contrastare la minaccia terrorismo: «Il Kenya ha fatto progressi incredibili negli ultimi dieci anni, sono fiero di voi». «L’imprenditorialità offre un’alternativa positiva alle ideologie della violenza e della divisione che possono troppo spesso colmare il vuoto in cui i giovani non vedono un futuro per se stessi». Aggiungendo che questa va sostenuta dall’azione del governo, che ha forti responsabilità nella lotta alla corruzione e nella promozione della cultura della legalità (riferendosi a problematiche considerate dalle imprese due dei principali ostacoli agli investimenti). A questo proposito, non ha mancato di elogiare il presidente Uhuru Kenyatta per il suo impegno nella lotta alla corruzione, definita come uno dei più grandi ostacoli a una crescita più veloce dell’economia del Kenya.

In questo contesto, Obama si è pronunciato anche sulla questione sicurezza e sulle strategie di contrasto alla minaccia terroristica: «Le sfide del terrorismo sono quelle che devono essere affrontate, ma le opportunità di crescita e prosperità sono le cose di cui la gente dell’Africa è più affamata».

Il Kenya è un alleato fondamentale dell’Occidente nella lotta contro il gruppo islamista somalo Al Shabaab e la cooperazione per la sicurezza rimane al centro dell’agenda dei colloqui con il governo di Nairobi. Il gruppo separatista somalo è la più grande minaccia alla stabilità del Paese. Ci sono gli Al-Shabaab dietro all’attentato all’Università di Garissa – al confine con la Somalia – dell’aprile scorso (148 i morti), così come  al Westgate Shopping Centre di Nairobi di due anni fa (67 le vittime) e all’ambasciata americana di Nairobi nel 1998 (più di 200 le persone  uccise).
Obama ha deposto ieri una corona di fiori di fronte al muro che ricorda le vittime, alla presenza di una folla di persone radunatasi ore prima del suo arrivo per assistere alla cerimonia. «Gli Stati Uniti rafforzeranno la propria collaborazione con il Kenya nella lotta ai jihadisti di Aal Shabaab» ha reso noto il presidente Usa nella conferenza stampa tenuta assieme a Kenyatta annunciando ulteriori finanziamenti e sostegno logistico all’intelligence kenyota.