Sono i passeggeri israeliani a dettare le politiche di sicurezza alla compagnia greca Aegean Airlines e alle autorità aeroportuali di Atene. È questa una spiegazione che si può dare alla decisione presa domenica sera dal comandante del volo 928 Atene-Tel Aviv e dalla sua compagnia di “chiedere” a due passeggeri palestinesi di Gerusalemme Est (uno con cittadinanza israeliana, l’altro residente nella città), che avevano passato tutti i controlli di sicurezza, di lasciare l’aereo e di partire il giorno dopo con un altro volo. Motivo? Gli israeliani ebrei a bordo li giudicavano “potenziali terroristi”, perchè palestinesi e di Gerusalemme Est. Decine di passeggeri a gran voce hanno chiesto di controllare di nuovo i documenti dei “due arabi” e anche quando sono risultati perfettamente in ordine hanno invocato il loro allontamento. Alla fine il comandante ha chiesto, con tono gentile ma perentorio, ai due malcapitati di partire il giorno successivo. I palestinesi hanno accettato. L’aereo è decollato con più di 90 minuti di ritardo. «È iniziato tutto con tre o quattro persone e alla fine in piedi nel corridoio c’erano 60-70 passeggeri a chiedere l’allontamento degli altri due israeliani (arabi)», ha riferito una portavoce della Aegean Airlines.

 

L’accaduto non poteva non scatenare polemiche e proteste. L’Autorità nazionale palestinese (Anp) vuole l’apertura di una inchiesta e rivolge accuse di apartheid al premier Benyamin Netanyahu, che «istiga» contro la comunità palestinese in Israele, e alla compagnia aerea greca. «È stata una decisione ingiusta e vergognosa – ha protestato ieri il Segretario generale dell’Olp Saeb Erekat -, siamo indignati, due palestinesi sono stati discriminati dal personale di bordo. Chiediamo al governo greco di adottare misure forti contro questo atto razzista e di risarcire i due passeggeri palestinesi. Il comportamento dei passeggeri israeliani ricorda i peggiori anni dell’apartheid in Sudafrica».

 

Le accuse palestinesi alla Aegean Airlines si fondano sulle norme che regolano il trasporto aereo. Avendo completato, come tutti gli altri passeggeri, i controlli di sicurezza e le altre procedure, i due palestinesi avevano pieno diritto di rimanere sull’aereo e di partire per Tel Aviv assieme a tutti gli altri. Piuttosto a scendere dal velivolo dovevano essere quei passeggeri che protestavano, senza alcun motivo, impedendo il decollo. Una forte protesta è giunta dal responsabile Amnesty International in Israele, Yonatan Gher, che ha descritto l’accaduto come una conseguenza della continua istigazione contro gli arabi israeliani, l’ultima volta sabato scorso dopo l’attacco armato contro un pub di Tel Aviv (2 morti) compiuto da un palestinese con cittadinanza israeliana (Nashat Milmeh, ancora ricercato dalla polizia). «Le persone non dovrebbero essere sorprese da tali atti vergognosi quando il primo ministro è in prima linea ad alimentare la narrazione razzista contro un intero settore della società, durante le ultime elezioni e pure ora», ha commentato Gher riferendosi all’appello a votare in massa che, lo scorso marzo, durante le operazioni di voto, Netanyahu lanciò agli israeliani ebrei in risposta alla massiccia affluenza alle urne dei cittadini arabi.

 

Il governo Netanyahu intanto fa un nuovo regalo al movimento dei coloni insediati in Cisgiordania. Il ministro della difesa Moshe Yaalon ha deciso di annettere agli insediamenti del blocco di Ezion, l’ex sito religioso cristiano di Beit al Baraka, 3,8 ettari di terra, davanti al campo profughi di al Arroub, tra Betlemme ed Hebron. L’intera area è stata acquistata nel 2012, attraverso una società svedese, dal milionario americano ebreo Irving Moskowitz che sostiene, a suon di milioni di dollari, il progetto del consigliere comunale di Gerusalemme Arie King di collegare tutti gli insedimenti colonici esistenti tra il blocco di Ezion e Hebron.

 

Non si è riferito a questa nuova annessione di terre palestinesi o al caso del volo 928 il presidente dell’Anp Abu Mazen quando ieri ha pronunciato da Betlemme un discorso trasmesso in diretta dalla tv pubblica. Si è preoccupato invece di polemizzare con le indiscrezioni diffuse da Israele circa un possibile crollo dell’ Autorità nazionale palestinese. E nelle questioni regionali si è apertamente schierato a favore della politica di Arabia Saudita ed Egitto.