Del piano “forte e coraggioso” per Alitalia, annunciato due settimane fa da Luca di Montezemolo, per ora è arrivato solo qualche dettaglio, sotto forma di risparmi – non sul costo del personale – per almeno 160 milioni di euro in questo 2017. Così la vera notizia dopo il consiglio di amministrazione di ieri pomeriggio è il ricompattamento della compagine azionaria della ex compagnia di bandiera, dopo i contrasti che a inizio anno avevano segnato i rapporti fra i soci italiani ed Etihad, azionista al 49% di Alitalia.
Almeno a giudicare dalle scarne dichiarazioni ufficiali, dal board Alitalia è arrivato il pieno impegno a sostenere il management nel raggiungimento degli obiettivi previsti dal futuro piano industriale. Ad assicurarlo è stato il consigliere di amministrazione in rappresentanza di Unicredit, Federico Ghizzoni, presente per la prima volta, insieme a Gaetano Micciché, in rappresentanza di Intesa San Paolo e collegato in videoconferenza da Milano. “È andato tutto bene – ha detto Ghizzoni uscendo dal quartier generale di Fiumicino – l’atmosfera è stata ottima”. Stesso giudizio da un altro consigliere di amministrazione, Giovanni Bisignani: “E’ andato tutto molto bene”.
Alla riunione del consiglio di amministrazione si sono presentati quasi tutti, dall’amministratore delegato Cramer Ball al presidente Montezemolo, e poi il presidente onorario Roberto Colaninno, il cfo James Rigney di Etihad e appunto Micciché, Ghizzoni e Bisignani. La convocazione serviva anche per formalizzare la nomina dei nuovi advisor indipendenti per il piano industriale, che saranno Roland Berger e Kpmg quali consulenti esterni (il primo advisor industriale, il secondo advisor finanziario), che andranno ad affiancare Lazard. Entrambi hanno già iniziato a lavorare per dare una valutazione indipendente sul piano di rilancio preparato dall’ad Bell e dal management della compagnia. Al di là delle cifre già ufficializzate servirà nel complesso circa mezzo miliardo di euro, da suddividere fra Etihad e le banche finanziatrici, Unicredit, Intesa San Paolo e la neo statalizzata Monte dei Paschi.
Quanto ai 160 milioni di euro di risparmi annunciati da Cramer Ball, già nel consiglio del 22 dicembre scorso l’amministratore delegato in quota Etihad aveva dato mandato ai suoi manager di focalizzare le sacche di sprechi e le aree di possibili interventi per procedere a una riduzione dei costi. Fra gli sprechi erano stati segnalati il leasing degli aeromobili, i costi dei fornitori e quelli dei partner commerciali. Su questi aspetti il lavoro per la riduzione dei costo è già stato avviato.
Invece sui punti chiave del piano industriale, sul quale hanno già iniziato a lavorare i due advisor indipendenti, è filtrata l’indiscrezione che il lavoro potrebbe richiedere anche più delle tre settimane inizialmente fissate il 9 gennaio scorso al vertice tenuto al ministero dello sviluppo economico. Per certo durante il consiglio di amministrazione non si è parlato di esuberi fra il personale, dopo il passo falso di inizio anno che aveva portato il governo a dire che qualsiasi ragionamento in merito doveva essere affrontato a valle di un business plan dettagliato e condiviso.
Il cda di Alitalia ha poi preso atto che le performance finanziare del primo trimestre 2017 “sono in linea con le previsioni del piano”, mentre i soci hanno “confermato all’unanimità il loro pieno impegno a sostenere il management nel raggiungimento degli obiettivi previsti nel piano di rilancio”. Quanto ai rappresentanti sindacali dei lavoratori, che già ad inizio anno avevano chiesto un incontro urgente al governo e avevano fissato uno sciopero per il 23 febbraio prossimo, per il momento restano alla finestra aspettando i dettagli del nuovo piano industriale. Forti delle parole del ministro Calenda (“è inaccettabile che una gestione non buona venga ribaltata sui lavoratori”), e memori di una lunga scia di accordi – mai firmati da tutte le sigle sindacali – che negli ultimi anni hanno progressivamente costretto migliaia di addetti, specialmente fra il personale di terra, fuori dai perimetri aziendali dell’ex compagnia di bandiera.