Prove di fraternità tra cittadini (credenti, ma non solo). Mentre il mondo politico si lacera sulla questione del rispetto dello stato di diritto e l’opposizione si scaglia contro il governo, in tutta la Francia, qui e là, ieri hanno avuto luogo delle “marce bianche” di cittadini e ci sono stati vari tentativi di dialogo nei luoghi di culto. Il parroco della chiesa Saint-Thérèse di Saint-Etienne-du-Rouvray – la parrocchia che sorge a fianco della moschea della cittadina – ha partecipato alla cerimonia del venerdi’ alla moschea. “Costruiamo ponti non muri tra di noi”, ha detto padre Auguste. “Non posso tacere, il mio silenzio potrebbe venire considerato una connivenza” ha affermato l’imam, “non passerete attraverso noi”, ha aggiunto puntando il dito contro “la mano lontana uscita dalle tenebre che ha teleguidato gli assassini” di padre Hamel. Domenica, i musulmani sono invitati a partecipare alle messe cattoliche. Ingenuità diffusa? Va segnalato che qualcosa si muove, forse l’assassinio di padre Hamel è stato un passo nell’orrore che sta scuotendo la società. Ieri, il rettore della moschea di Parigi, Dalil Boubakeur, ha detto chiaramente che l’islam di Francia “non puo’ più tollerare il fondamentalismo”. Per Boubakeur, l’islam di Francia è di fronte a “tre sfide: comprendere la laicità, sotterrare gli arcaismi – e questo passa per lo statuto della donna – sradicare il fondamentalismo”. Boubakeur avverte: “se non riusciremo si arriverà alla sconfitta dell’islam di Francia”. Altre voci del mondo musulmano si fanno sentire in questi giorni, per chiedere una svolta generale. Il sindaco Pcf di Saint-Etienne-du-Rouvray, Hubert Wulfranc, ha lanciato un appello generale “alla fraternità”, in difesa dello “stato di diritto” che è anche “uno stato di doveri che tutti devono rispettare”.

Il mondo politico non è pronto ad ascoltare le voci di fraternità, a nove mesi dalle scadenze elettorali. Il primo ministro, Manuel Valls, ha risposto a Nicolas Sarkozy, che ha accusato il governo di opporre “arguzie giuridiche” per evitare una riforma costituzionale di segno repressivo. “Sarkozy ha perso la calma”, afferma Valls, “essere lucidi di fronte alla minaccia non significa scivolare nel populismo”. Jean-Christophe Cambadélis, segretario Ps, accusa Sarkozy di “non essere lontano dalle idee del Fronte nazionale”. Marine Le Pen, dal canto suo, accusa tutti: “viviamo le conseguenze di trent’anni di gravi errori, sotto Sarkozy e Hollande c’è stata una deriva islamista”. Christian Estrosi, presidente della regione Paca ed ex sindaco di Nizza, deplora che “solo un mese fa il governo abbia autorizzato l’apertura della moschea En-Nour, finanziata dall’Arabia saudita” contro il parere del comune. Valls propone di sospendere temporaneamente i finanziamenti stranieri per le moschee francesi, nell’attesa di “inventare una nuova relazione con l’islam di Francia”. Eric Ciotti, deputato di Nizza, gli risponde: “ipocrita”.

Valls ieri, in un’intervista a Le Monde, ha ammesso che c’è stato “fallimento della giustizia” nel caso di Adel K., il terrorista di Saint-Etienne-du-Rouvray che portava un braccialetto elettronico dopo essere stato liberato dal carcere. Valls chiede ai magistrati, nel rispetto della divisione dei poteri, di analizzare “caso per caso” con molta attenzione. L’inchiesta prosegue, ma restano ancora molte zone d’ombra. In un video diffuso dall’agenzia di Daech, Amaq, compare il secondo terrorista, Abdel-Malik P., mentre minaccia la Francia. Due persone fermate nei giorni scorsi, la sorella di Abdel-Malik P. e il suo amico, sono state liberate, mentre restano tre fermi: il minorenne fratello del “guru” di Adel K. e un cugino di 30 anni di Adel K. Una terza persona è stata fermata, si tratta di un richiedente asilo siriano, la fotocopia del suo passaporto è stata trovata nel domicilio dei genitori di Adel K., dove risiedeva il terrorista. L’Austria ha estradato ieri verso la Francia due persone, che potrebbero avere dei legami con gli attentati del 13 novembre. Risulta che i terroristi hanno comunicato utilizzando l’applicazione Telegram, nata in Russia nel 2013, che funziona con messaggi criptati di tipo militare, difficili da intercettare. Malgrado le accuse di Sarkozy, che pretende di mettere sotto stretto controllo la “zona grigia” dei fiancheggiatori, in Francia, con il nuovo prolungamento dello stato d’emergenza, è ormai legale mettere sotto sorveglianza non solo i sospetti, ma anche i famigliari e gli amici. Più di 10mila persone sospette di radicalizzazione nel paese, moltiplicate per un numero enorme dei loro contatti: un Big Brother praticamente impossibile da mettere in atto.