Nell’immaginario adolescenziale la Costa Azzurra si faceva corrispondere al borgo marinaro di Saint-Tropez, luogo d’elezione di Brigitte Bardot la cui figura sensuale campeggiava sulle copertine dei rotocalchi dell’epoca. «Saint Tropez» era anche il titolo di un gettonato disco di Peppino Di Capri nelle movimentate estati del twist. Ma il paesino francese evocava le apparizioni di un altro personaggio dello spettacolo, quel Johnny Hallyday che in posa da Adone ci fece scoprire i Ray Ban da sole con le lenti a goccia, un classico per i decenni a seguire. Sul finire degli anni ’60, al quarto superiore fra cortei e occupazioni, ricevemmo l’abituale pacchetto di materie da riparare a settembre. Ci sarebbe stato da riparare, a dirla tutta, alla pervicace svogliatezza che ci aveva accompagnato per l’intero percorso scolastico. Alla letteratura e all’algebra, agli schemi mentali e comportamentali mai messi in discussione fino ad allora, anteponevamo fantasticherie che conducevano lontano, finanche in Costa Azzurra.
A esami conclusi, logorati dallo studio (?), persuademmo i genitori di aver diritto a uno svago. Alla riapertura del 1° ottobre mancavano venti giorni e racimolato quel che si poteva dalle nonne e dai piccoli risparmi ce la filammo col primo direttissimo per Genova (con arrivo alla stazione Principe). Fra tratti di strada in corriera e altri in autostop scendemmo lentamente la riviera di ponente raggiungendo la frontiera di Ventimiglia e oltre: Mentone, Montecarlo… finalmente Nizza, capitale della Costa Azzurra. Dove emergevano la cupola rosa del Negresco sulla promenade coi portieri gallonati dotati del bastone simboleggiante lo sfarzo e le smisurate Galeries Lafayette in cui qualsiasi cosa desiderabile si poteva acquistare. Ma le poche lire ci bastavano a malapena per il boccone da consumare nella pensioncina, con il letto a una piazza e mezza per due, immersa fra le tumultuose e pittoresche stradine della città vecchia. A raggiungere Saint-Tropez, giocoforza, non ci pensammo più e le icone mondane della Bardot e di Johnny Hallyday, idolatrate in quegli anni, finirono sepolte nel nostro immaginario.
Al ritorno dal bel mondo ci aspettava la realtà, che è sempre dura quando ha in serbo delle sorprese. Il viaggio-premio autoconcessoci del dopo esami fu subito rinfacciato, e a ragione: eravamo spariti, con larga percentuale d’ottimismo sul risultato, prima dell’uscita degli scrutini. Che si rivelarono impietosi, con bocciatura solenne a settembre. Passando per degli ingannatori (peggio: degli inguaribili superficiali), ci ritrovammo con un anno perso e un viaggio rubato. Ma per la Costa Azzurra di allora, crediamo ancora oggi, ne era valsa la pena.