L’abbattimento del caccia russo al confine tra Turchia e Siria ha scosso non poco le relazioni politiche, economiche e diplomatiche tra Ankara e Mosca. Le autorità turche, con il sostegno della Nato, continuano a difendere il loro operato «conforme alle regole d’ingaggio». L’esercito di Ankara ha reso pubblica una serie di audio che proverebbe gli avvertimenti ai piloti russi prima dell’attacco degli F-16 turchi. Uno dei due piloti è morto nell’abbattimento di martedì, un secondo militare sarebbe stato salvato da un’incursione di forze filo-governative siriane ed esercito russo. Per il quotidiano siriano al-Watan, all’operazione avrebbe preso parte una «unità dei Servizi segreti siriani» partita dalla base aerea russa di Hamemim ( provincia di Latakya), diretta nel Kurdistan siriano (Rojava). Nell’audio una voce in inglese ripete un messaggio delle Forze aeree turche in cui si avverte di deviare la rotta perché i velivoli «si avvicinano allo spazio aereo turco». Il pilota russo, scampato all’attacco, aveva negato di aver ricevuto ogni avvertimento. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, sulla difensiva, ha assicurato che Ankara non aveva nessuna intenzione di «colpire la Russia, con la quale mantiene relazioni forti».

Erdogan è andato avanti accusando il regime siriano di acquistare «il petrolio dello Stato islamico. Chi cerca l’origine del potere militare e finanziario dell’Is dovrebbe guardare prima di tutto al regime di Assad e ai paesi che collaborano con lui». Questa posizione risponde alle dure accuse di Putin, lanciate al G20 di Antalya, in cui il presidente russo ha puntato il dito contro 40 paesi, accusati di finanziare il terrorismo internazionale. Non si placa neppure la repressione della stampa. La procura di Istanbul ha chiesto l’arresto di Can Dundar, direttore del quotidiano di opposizione Cumhuriyet, e di Erdem Gul, capo redattore ad Ankara, con l’accusa di spionaggio in riferimento alle rivelazioni sul sostegno economico e logistico assicurato ai jihadisti proprio dalle autorità turche.

Putin ha ribadito l’irritazione russa aggiungendo che Ankara non ha presentato le sue scuse ai massimi livelli né ha fatto riferimento a un possibile risarcimento. Le autorità russe hanno anche avvertito Erdogan: qualora attacchi simili dovessero ripetersi, l’aviazione russa sarebbe pronta ad intervenire. Mosca ha schierato in territorio siriano il sistema di difesa anti-missilistica S-400.

Le ripercussioni nelle relazioni commerciali tra i due paesi sono già chiare. Un gruppo di 50 imprenditori turchi è stato fermato dalle autorità russe a Krasnodar, nella Russia meridionale, con l’accusa di aver mentito sul motivo del loro ingresso nel paese. Gli uomini sarebbero stati condannati a dieci giorni di detenzione e a una multa di 4 mila rubli (circa 60 euro). Il presidente russo Vladimir Putin aveva chiesto ai cittadini russi di non recarsi in Turchia. Mosca ha ammesso di essere pronta a sospendere tutti i voli diretti in territorio turco, come confermato dal ministro dello Sviluppo economico russo, Alexiei Uliukaiev. Le restrizioni potrebbero riguardare anche i progetti per il gasdotto Turkish Stream e per la centrale nucleare di Akkuiu, che rischiano l’annullamento o il congelamento. Sarebbero in studio provvedimenti restrittivi nell’ambito della legge sulle misure speciali economiche che regolamentano i due progetti.

Anche decine di autotrasportatori turchi che cercavano di entrare in Russia hanno subito ore di controlli e molti non hanno potuto fare ingresso in territorio russo. «La Russia ha chiuso i suoi valichi ai camion turchi», ha ammesso Fatih Sener, presidente dell’Associazione turca per il trasporto internazionale. L’agenzia per la tutela dei consumatori russa ha predisposto poi il ritiro di oltre 800 chilogrammi di prodotti provenienti dalla Turchia, considerati a rischio contaminazioni (p.s. carne, prodotti ittici, confezionati, frutta, verdura, noci). Provvedimenti simili erano stati presi da Mosca per la crisi in Ucraina. E saranno introdotti controlli severi sui prodotti agricoli turchi. Infine, le autorità della Crimea hanno congelato circa 30 progetti di investimento turchi nel Mar Nero per un valore totale di mezzo miliardo di dollari. Tra i progetti bloccati anche la costruzione di una moschea a Simferopoli.

L’abbattimento dell’Su-24 russo potrebbe avere anche effetti sul vertice dei leader Ue con la Turchia in programma domenica a Bruxelles. In quel contesto si parlerà di rilancio del negoziato per l’adesione di Ankara all’Unione in seguito ai tre miliardi stanziati a favore del governo turco per controllare i confini e impedire nuovi flussi di profughi siriani nel paese. La Turchia è diventata ormai un carcere a cielo aperto per profughi siriani e kurdi.