Ma quanto tempo passano su internet le suore, più o meno di clausura? O, al contrario, perché attira tanto i media, e gli stessi social, l’idea che papa Francesco vieti alle consacrate che vivono nei conventi di frequentare facebook? In effetti i social ricorrono in quasi tutti i titoli dedicati alla nuova costituzione apostolica promulgata ieri da papa Bergoglio, la Vultum Dei Quaerere – la ricerca del volto di Dio, dedicata alla vita contemplativa femminile.

In verità il testo non nomina i social, né tantomeno l’invenzione di Mark Zuckeberg. Mi chiedo se in realtà non si potrebbe leggervi il contrario. Che il Papa autorizza le suore a frequentare la «cultura digitale», come viene definita. Esortando a un «prudente discernimento», parola chiave del magistero di questo Pontefice. Perché questa cultura «influisce in modo decisivo nella formazione del pensiero e nel modo di rapportarsi con il mondo e, particolarmente, con le persone. Questo clima culturale non lascia immuni le comunità contemplative. Certamente questi mezzi possono essere strumenti utili per la formazione e la comunicazione». Posto che non deve diventare strumento di «dissipazione», mi sembrerebbe più interessante considerare che per la formazione delle contemplative non si esclude che possano frequentare internet.

Del resto, tutta l’impostazione della Costituzione punta a inserire le donne consacrate nel vasto mondo, non a tagliarle fuori. Nel solco della tradizione dei grandi conventi, delle grandi contemplative, sempre ben informate e presenti nel mondo da cui sceglievano di allontanarsi. Punto di riferimento, guida della comunità, come ricorda il Papa, e come avviene tuttora. L’obiettivo è eliminare vecchi stili, vecchie mentalità. Monasteri veramente isolati, che conducono una vita che non ha più nulla con la testimonianza, la ricerca, la preghiera. Il servizio alla comunità.

Lo dice vigorosamente anche papa Bergoglio, quando esorta a non cedere alla tentazione del del «demonio meridiano», come lo chiamavano i padri del deserto: «E’ la tentazione che sfocia nell’apatia, nella routine, nella demotivazione, nell’accidia paralizzante. Come ho scritto nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, questo porta lentamente alla ’psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come il più prezioso degli elisir del demonio’».

E come si combattono le tentazioni? Con una buona formazione, una buona scelta delle candidate, puntando sull’autonomia dei monasteri. Le comunità possono essere piccole, ma non devono essere composte di donne prevalentemente anziane. E nello stesso tempo qui c’è il punto più aspro di questa Costituzione apostolica, nella parte giuridico–attuativa, in cui si mostra la severità lucida sulle degenerazioni della vita ecclesiale di papa Francesco: «Nonostante la costituzione di comunità internazionali e multiculturali manifesti l’universalità del carisma, si deve assolutamente evitare il reclutamento di candidate da altri Paesi con l’unico fine di salvaguardare la sopravvivenza del monastero». È veramente mettere un dito nella piaga. Quanti ordini stanno in piedi solo per questo reclutamento di carattere quasi coloniale?

Già in altre occasioni Francesco era intervenuto con durezza contro il proselitismo che in realtà è ricerca di mano d’opera gratuita. L’occasione più recente è stata il 12 maggio scorso, durante un incontro con l’Unione della Madri superiore. Se tutti si erano accorti che il Papa aveva accolto le domande sul possibile Diaconato delle donne, non dovrebbe sfuggire che aveva anche stigmatizzato come si dia per scontato che compito delle suore sia «servire», fino al senso stretto di serve.

La clausura non esclude mai il lavoro. E il silenzio. Ma per non perdere la bussola, e per poter accogliere chi proviene dal mondo in cerca di aiuto, come avviene tuttora, quel mondo occorre conoscerlo.
Insomma, niente suore addicted. Internet sì, con juicio.