Le brevi ferie, per il governo Tsipras, sono ormai finite e si rientra a pieno regime nella stringente attualità politica ed economica del paese. Al primo posto nell’agenda, c’è la ridefinizione dello scenario televisivo: all’interno del ministero dell’informazione di Atene, si è svolta l’asta per la nuova assegnazione delle frequenze, con un tetto di quattro reti private a copertura nazionale.

La base d’asta è di tre milioni di euro e le condizioni principali per potervi partecipare sono una chiara solvibilità economica e che i richiedenti le licenze non operino in altri settori imprenditoriali. «È la prima volta che in Grecia vengono concesse delle licenze televisive realmente legali», ha sottolineato il ministro alla presidenza del consiglio, Nikos Pappas, aggiungendo che «le condizioni sono chiare e il ricavato, per lo stato ellenico, aumenterà esponenzialmente».

Il governo Tsipras insiste ormai da mesi sulla necessità di spezzare i legami tra i vari interessi economici ed in particolar modo, come ha più volte ribadito l’esecutivo di Syriza, tra proprietari di società costruttrici e varie lobbies che sinora erano riconducibili, direttamente o indirettamente, a aziende televisive del settore privato.

Da parte loro, i proprietari delle reti televisive (e chi aspira a possederne una, come il proprietario dell’Olympiakos, Marinàkis) rispondono che il governo avrebbe dovuto aspettare la decisione del Consiglio di Stato, sulla correttezza e costituzionalità di tutta la procedura. Decisione che non arriverà prima del 15 settembre.

I rappresentanti degli otto imprenditori che prendono parte all’asta per le quattro concessioni, sono entrati all’interno del ministero per la stampa, sapendo che sino alla conclusione della procedura – con l’assegnazione delle licenze – non avrebbero potuto comunicare con l’esterno. I canali televisivi che già operano su scala nazionale e che non riceveranno luce verde per il nuovo permesso, dovranno, secondo quanto chiarito dalla portavoce del governo,Olga Jerovassili, interrompere le trasmissioni entro tre mesi.

Va ricordato che la Grecia è un caso molto singolare, a livello europeo: la televisione pubblica ha indici di ascolto che spesso non superano il 10% del totale, e tutto il resto del mercato è in mano alle reti private.

Nel frattempo, il governo Tsipras sta preparando anche il «Vertice dei paesi del Sud Europa» che si svolgerà ad Atene, il 9 settembre. I principali ospiti, nella capitale greca, saranno Matteo Renzi e il presidente francese Francois Hollande, insieme ai leader di Cipro, Malta, Portogallo e Spagna.

Tema principale su cui si concentrerà la discussione, ovviamente, sono le strategie e le proposte politiche per uscire dal dogma dell’austerità, favorire la flessibilità, gli investimenti, ed aiutare il Sud Europa a creare posti di lavoro e sostenere lo stato sociale.

Secondo quanto trapela dagli ambienti governativi ellenici, non si vuole ricercare lo scontro con Berlino, anche se la Grecia è tornata a chiedere ai tedeschi le riparazioni di guerra, mai versate, dal 1945 ad oggi. Il vertice dovrà servire per insistere sul bisogno realistico di un cambio di rotta, visti i risultati prodotti sinora dall’austerity.

E l’Italia, in questa fase, sembra l’alleato principale, soprattutto nello sforzo di sostenere che ci vogliono maggiori aperture per aiutare realmente la crescita, dal momento che quanto previsto sinora dai trattati non può bastare.

Ma Tsipras chiede ai suoi «partner mediterranei» un sostegno forte, in vista delle nuove trattative con i creditori. In ballo, ora, c’ è il delicatissimo settore del welfare e la Grecia non vuole essere costretta ad applicare leggi ultraliberiste, che potrebbero non lasciare nessuna traccia dei diritti garantiti dai contratti collettivi di lavoro.