Che olimpiade è stata quella di Rio 2016 per l’Italia? Il medagliere dice che siamo tra i primi dieci paesi al mondo, tra gli 87 che hanno conquistato almeno una medaglia. Anche se per un pelo, la spedizione azzurra si classifica al nono posto, precedendo l’Australia, che ha conquistato 29 medaglie, una in più di noi, ma un argento in meno, un particolare che spesso fa la differenza nella classifica stilata dal Comitato internazionale olimpico. Prima della spedizione azzurra a Rio, il presidente del Coni Giovanni Malagò aveva annunciato pubblicamente che l’obiettivo era la conquista di 25 medaglie olimpiche, ma si sa che quando si fanno previsioni pubbliche si cerca sempre di farle a ribasso per non fare brutte figure, e sotto questo aspetto possiamo dire che l’obiettivo è stato raggiunto e che i dirigenti del Coni possono ritenersi soddisfatti. In realtà il numero di medaglie da portare a casa era ben altro, visto che la gran parte degli atleti russi hanno dovuto rinunciare a Rio, un vuoto che faceva gola a molti e che la spedizione azzurra era pronta a colmare per avanzare di classifica nel medagliere olimpico. Un bottino che sarebbe servito a Malagò per esercitare le dovute pressioni sulla giunta Raggi, perché cambiasse idea sulla candidatura di Roma per organizzare le olimpiadi nel 2024, purtroppo il «magro» bottino ha fatto sì che il numero uno del Coni si limitasse a indirizzare solo delle frecciatine sull’assenza di un rappresentante della giunta capitolina a Rio per sostenere Roma 2024.
L’Italia conferma lo stesso numero di medaglie conquistate a Londra 2012 e a Pechino nel 2008, sotto questo aspetto per quanto si confermi potenza mondiale, l’Italia dello sport d’élite non cresce. Certo potremmo dire, come ha fatto in stile Bar Sport gran parte della stampa sportiva nazional popolare, che la giuria di questo e quello sport ha favorito gli altri, che non ci hanno aiutato o potremmo ricorrere alla sfortuna che ha perseguitato atleti con medaglie annunciate e non arrivate, come la Pellegrini nel nuoto nei 200 stile libero, la rovinosa caduta di Nibali nel ciclismo, nella boxe con Russo e Mangiacapre, nella ginnastica artistica femminile con Ferrari, ma tutto questo è stato compensato dalle medaglie inaspettate nel beach volley maschile, dalle due medaglie d’oro di Paltrinieri nel nuoto nei 1500 e da Basile nel judo. Il bottino più consistente di medaglie è arrivato dall’Italia che spara, quella del tiro a segno, che porta il nostro paese in cima al mondo, avanti persino agli Stati Uniti, con quattro ori e tre argenti. La gran parte delle medaglie conquistate alle olimpiadi di Rio, ben 23 su 28, arriva dai corpi sportivi militari, in particolare Esercito, Polizia e Finanza, e in forma minore Aeronautica e Forestale, che stipendiano gli atleti con una parte del bilancio che il ministero della Difesa destina loro. Una soluzione che permette agli atleti italiani di alto livello agonistico di percepire uno stipendio sicuro e di allenarsi ogni giorno, all’interno di strutture sportive di proprietà dei rispettivi corpi militari, senza svolgere il servizio proprio di quei corpi, garantendosi in questo modo «il posto sicuro» anche a fine carriera. In cambio i corpi militari hanno un ritorno di immagine quando i propri atleti salgono sul podio, soprattutto in occasione delle grandi manifestazioni sportive, come le olimpiadi o i campionati mondiali.
Dunque, se la gran parte degli atleti che portano medaglie all’Italia è retribuita dal ministero della Difesa, attraverso le sue varie ramificazioni militari, che cosa fa il Coni con gli oltre 400 milioni di euro all’anno, che la Finanziaria garantisce all’ente sportivo del Foro Italico, per curare la preparazione degli atleti in vista delle olimpiadi? Se proiettiamo i finanziamenti annuali nell’arco del quadriennio olimpico, all’ente presieduto da Giovanni Malagò il governo italiano destina nel complesso 1600 milioni di euro, una cifra enorme se rapportata alle 28 medaglie di Rio. Una questione di cui il governo Renzi dovrebbe seriamente occuparsi, al di là delle civetterie con il Foro Italico, perché il sistema sportivo italiano costa troppo, soprattutto se pensiamo che è finanziato con i nostri soldi. Il sistema sportivo inglese, costa ogni anno circa 80 milioni in meno di quello italiano, ma la Gran Bretagna alle olimpiadi di Rio nel medagliere occupa il secondo posto, dietro gli Stati Uniti e avanti alla Cina, con 67 medaglie complessive, più del doppio di quelle italiane.