La calca per afferrare la scaletta di corda, la «biscaglina» che di solito viene usata dai marinai per salire dalle scialuppe – ma è diverso quando si è presi dal terrore di morire affogati – spingendosi, calpestandosi per riuscire a salire: è così che una trentina di migranti sono caduti in acqua proprio mentre il mercantile norvegese Siem Pilot li stava salvando. Quattrordici sono stati ripescati, una ventina – il numero indicativo è 24 – non ce l’hanno fatta e sono stati inghiottiti dalle onde.

I sopravvissuti, 99 centroafricani, sono sbarcati la sera del 30 aprile sulle banchine del porto ragusano di Pozzallo. Sei sono stati trasferiti in elicottero all’ospedale di Lampedusa (due donne incinte, tre con shock, denutrizione e sintomi di annegamento e un quarto uomo ferito da arma da fuoco). La nuova tragedia del mare, come ha ricostruito ieri la polizia interrogando i superstiti che ora si trovano nell’hot spot di Pozzallo in attesa di essere smistati in altri centri, si è svolta in acque internazionali sulla rotta che dalla Libia porta alle coste della Sicilia.

I trafficanti libici di esseri umani avevano caricato il gommone al massimo, che di solito significa farci salire 120-130 persone.

Le razioni di cibo negli ultimi giorni si erano fatte sempre più piccole nella «connection house», il centro di detenzione per migranti in Libia. Tanto che, poco prima della partenza, per sedare una rissa durante la distribuzione del pasto, i vigilantes hanno sparato ad altezza uomo. È così che ha raccontato di essere stato colpito l’uomo curato a Lampedusa per la ferita d’arma da fuoco a un braccio.

Anche lui, insieme agli altri, è stato imbarcato sul gommone bianco che dopo sei-otto ore di navigazione, ormai fuori dalle acque territoriali libiche, ha iniziato ad afflosciarsi. Non è una rarità che i gommoni messi a disposizione dai trafficanti libici siano forati e malriparati: l’arrivo dei migranti africani nella loro mèta di destinazione – l’Italia – spesso non è neanche voluto, devono solo disfarsi di loro quando cominciano a costare troppo o a lamentarsi troppo per le cattive condizioni di detenzione.

La fortuna è stata essere intercettati dal mercantile norvegese, che ha immediatamente mandato un SoS alla più vicina nave militare, in questo caso il pattuglione «Numancia» della Marina militare spagnola. Entrambe le imbarcazioni non sono nuove a operazioni di soccorso in mare: nel 2015 la Siem Pilot ha salvato mille migranti. Le operazioni di avvicinamento di una portacontainer a uno scafo piccolo non sono mai semplici, ma la difficoltà ora è aumentata – a quanto raccontano i marinai che attualmente battono la pista tra la Libia e l’Italia – dalle condizioni dei natanti e soprattutto dei migranti imbarcati sopra, che sono molto più precarie di un anno fa.

Visto che i migranti si agitavano sul gommone agganciato al mercantile e si buttavano in acqua, il comandante – che non è specializzato in salvataggi – ha gettato loro una rete e la biscaglina. Ma ciò ha aggravato la loro foga. Chi ha mantenuto la calma rimanendo aggrappato al gommone, si è salvato. Mentre di quelli in mare, soltanto 14 sono stati recuperati dai guardiamarina spagnoli. Più due cadaveri che erano già a bordo e sono stati traghettati a Pozzallo dentro bare zincate.

La polizia ragusana ha arrestato un maliano di 24 anni come presunto scafista. Il giovane, secondo quanto hanno raccontato i sopravvissuti, aveva sostituito lo scafista libico al timone quando quest’ultimo, a poche centinaia di metri dalla riva, si è buttato in acqua per tornare a terra. Adesso il ragazzo, che i testimoni dicono di non aver mai visto prima dell’imbarco, nella «connection house», è accusato oltre che di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina anche della morte dei naufraghi.

Molto probabilmente la sua unica «colpa» è quella di avere qualche cognizione di navigazione e di essere perciò stato scelto per condurre il motore con il suo carico di disperazione, la sua inclusa.
Un altro presunto scafista, di un altro gommone intercettato dalla Numancia, a disposizione della procura di Ragusa, è un senegalese di 31 anni.

Nell’hotspot di Pozzallo in tutto il 2016 sono arrivati 5.221 migranti.

In Grecia, secondo i dati della Centrale di coordinamento sull’immigrazione, attualmente ci sono 54.142 migranti e rifugiati, incluso i 64 arrivati nelle ultime 24 ore, di cui 8.150 nelle isole e 10.172 alla frontiera macedone di Idomeni.