«Alle volte ti vedi unico una nave in una foresta, altre volte ti senti intrepido come un fiore in una tempesta. E alle volte ti vedi stupido, altre volte ti credi libero, alle volte ti vedi unico». In pochi sanno interpretare il disagio e la crisi dei tempi come fanno i Subsonica ormai da vent’anni a questa parte.

«Una nave nella foresta» – il loro settimo lavoro in uscita il 23 settembre – è l’adattamento del testo piemontese «una barca nel bosco», per definire qualcosa fuori dal contesto. Un progetto musicalmente compatto, al solito ricchissimo negli arrangiamenti e ricercato nei suoni. L’incalzante andamento di «Tra le labbra» e subito dopo i beat stranianti e coinvolgenti di «Lazzaro», il singolo lanciato durante l’estate.

Dieci storie di pura sopravvivenza, personaggi che cercano di farcela solo attraverso le proprie risorse. Alle volte riuscendoci, spesso no, come è la realtà. «In passato – ha raccontato Samuel durante l’incontro milanese di presentazione del nuovo progetto della band – abiamo parlato di mancanza di futuro. Certo la situazione non è facile, anzi, però abbiamo preferito concentrarci su vicende in cui i protagonisti provano a sopravvivere affidandosi a risorse proprie, ma senza aspettarsi molto dall’esterno»

Un album senza collaborazioni, tranne una – a sorpresa – che appare come voce recitante sull’ultimo pezzo del cd, «Il terzo paradiso»: è l’artista visuale Michelangelo Pistoletto: «Una canzone che nasce proprio dopo averlo incontrato. Lui ha infatti sempre promosso il concetto del terzo paradiso, ossia la necessità di unire il primo paradiso, lo stretto legame uomo – natura, al secondo quello dell’emancipazione tecnologica con tutti i rischi che comporta. È l’importanza del sogno e il dialogo verso il futuro che possono essere anche i nostri figli».

Il disco e poi via in tour. Ma un giro di concerti speciale perché per la prima volta gli show dei Subsonica – si parte il 31 ottobre da Jesolo per toccare a novembre Roma il 21, il 27 Bologna , il 28 a Firenze e gran finale il 1 dicembre a Milano – si avvale esclusivamente di luci LED. «In questo modo – spiegano – senza lampade a incandescenza si abbatte l’impatto sull’ambiente. In Italia è la prima volta, all’estero l’hanno sperimentato solo i Radiohead…».