APA hotel è una catena di alberghi giapponesi fra le più diffuse in tutto l’arcipelago, chi ha visitato almeno una volta il Giappone avrà forse notato le tre lettere del nome campeggiare su edifici di solito posizionati in zone strategiche e centrali delle città come davanti alle stazioni dei treni o in prossimità di località turistiche di fama. Nei giorni scorsi questi hotel ed il loro presidente sono però finiti al centro dell’attenzione mediatica cinese prima e poi internazionale, grazie ad un video che mostra il contenuto del libro scritto da Toshio Motoya, il CEO del gruppo, che come una sorta di bibbia si trova in ogni cassetto delle stanze di tutti gli hotel.

Il volume in questione si intitola Theoretical Modern History II – The Real History of Japan, scritto sia in giapponese che in inglese e certe pagine sono davvero scandalose nel loro contenuto che vale la pena riportare alcuni brani per intero. «Ma la Cina ha mitigato le sue affermazioni secondo le quali trecentomila persone sarebbero state massacrate a Nanchino e le isole Senkaku apparterrebbero al territorio cinese, forse perché più questi argomenti vengono discussi, più sta diventando chiaro come queste affermazioni siano falsità.

La banalità di tale affermazioni, le isole Senkaku sono territorio conteso fra i due paesi ed il massacro di Nanchino del 1937 uno dei crimini di guerra più atroci commessi dal Giappone imperialista, la totale mancanza di sfumature storiche e lo schieramento di questo libro, sono un’evidente prova di come il volume rappresenti una sorta di propaganda «soft power» principalmente rivolta ai turisti stranieri che visitano l’arcipelago. Va notato infatti come in Giappone i turisti siano in continua crescita almeno da un paio d’anni, soprattutto massiva è la presenza di viaggiatori provenienti dalla Cina, un po’ quello che succedeva in Europa negli anni ottanta quando i turisti giapponesi affollavano le zone turistiche più popolari di città come Parigi, Milano, Londra o Roma.

Il video in questione, girato da due studenti di New York, un’americana ed un cinese, ora dopo ora sta diventando sempre più virale e viste le reazioni indignate in terra cinese potrebbe davvero creare dei danni economici di rilievo con un boicottaggio di massa verso la catena di alberghi. Per chi conosce la vasta galassia nazionalista giapponese, Toshio Motoya non è in realtà un nome ed un volto nuovo. Saggista oltre che presidente del gruppo APA hotel, riveste anche la carica di vice direttore in un gruppo che supporta il primo ministro Shinzo Abe.

In altre occasioni pubbliche non aveva esitato ad affermare per esempio di aver visitato: «Oltre 81 paesi in giro per il mondo ed in ognuno di essi ho parlato con persone importanti e di rilievo. Ho inoltre dialogato con molti ambasciatori di stanza in Giappone. Grazie a questo sono venuto a conoscenza che non una singola persona crede nelle storie del massacro di Nankino o in quella delle comfort women». Quest’ultimo è un riferimento ai fatti avvenuti durante l’occupazione imperialista della Corea e della Cina da parte del Giappone quando le giovani donne del posto furono costrette con la violenza a prostituirsi per soddisfare i «bisogni» delle truppe nipponiche, ferita ancora aperta e mai sanata che continua a creare incidenti diplomatici fra le nazioni in causa. È vero che l’azienda alberghiera come impresa privata ha la facoltà di decidere quali libri mettere all’interno delle stanze dei suoi hotel, ma è altrettanto vero che anche il turista ha tutto il diritto di boicottare un’azienda al cui top siede un simile personaggio.

matteo.boscarol@gmail.com