Certi disegni colpiscono per la loro forza visionaria: lo sguardo cerca riferimenti che non trova perché si tratta di opere che eccedono classificazioni e facili interpretazioni. Sono i disegni realizzati all’interno dell’Atelier dell’Errore, laboratorio di arti visive iniziato dall’artista Luca Santiago Mora nel 2002 per ragazzi seguiti dalla Neuropsichiatria infantile dell’Ausl di Reggio Emilia. In quattordici anni, l’Atelier ha permesso a bambini e adolescenti di incontrarsi e lavorare insieme per attuare un esperimento di «inclusione sociale» e di «terapia occupazionale» come ama definirla Santiago Mora. Bisogna seguire poche ma precise regole: non si può cancellare – perché l’errore è un valore – e vi è un unico soggetto su cui cimentarsi, gli animali. Un bestiario immaginifico le cui morfologie fantastiche accolgono i disagi di ragazzi che hanno ritardi più o meno gravi o che soffrono di autismo o dislessia. I disegni sono un’esperienza relazionale in cui si condividono saperi e intuizioni. ll valore di queste opere è quello di visualizzare e dar forma ai fantasmi e alle paure che «assediano» questi ragazzi. Gli animali diventano loro «protettori» e/o «vendicatori» verso un mondo in cui non si sentono accettati. Animali che, a loro volta, non erano riusciti a salire sull’Arca di Noe (come hanno dichiarato gli stessi ragazzi), ma hanno saputo adattarsi per sopravvivere in un ambiente ostile, oltre ad assumere nuove morfologie per nobilitare la sconfitta e inventarsi nuove identità.

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I titoli delle opere sono straordinari, spesso ironici e autobiografici, aggiungono contenuti alle immagini rubando un sorriso: Animale custode che mi protegge da chi mi chiama Brufolona e fenomeno da baraccone; Verme assassino che mangia tutti quelli che attraversano il mare.

Dal 2013 l’Atelier ha sede anche a Bergamo e recentemente è nato l’Atelier dell’Errore Big, la cui sede è presso la Collezione Maramotti di Reggio Emilia, ideato per i ragazzi che, pur avendo compiuto 18 anni e avendo già frequentato il laboratorio, desiderano proseguire l’attività. La Collezione Maramotti, oltre a sostenere l’Atelier ha curato la rassegna Uomini come cibo (lo scorso anno a Milano), e ora The Guardian Animals + other invisible beings alla Moretti Fine Art di Londra, galleria specializzata in arte antica. La mostra (fino al 2 novembre) raccoglie una nuova serie di disegni su fondo nero che propongono una rilettura, in chiave entomologica, della tradizione iconografica dei sette vizi capitali, e presenta il volume Atlante di zoologia profetica (Corraini). Il libro, a cura di Marco Belpoliti, assembla numerosi disegni e una serie di testi di scrittori, poeti, psicoanalisti, critici d’arte, che indagano il loro valore sia in termini estetici che terapeutici, perché la carica «eversiva» dei disegni va oltre la questione della disabilità o dell’Art Brut. La fascinazione tra l’ambito psicopatologico e quello artistico ha radici lontane, basti pensare ad artisti come Breton, Artaud e Dubuffet, quest’ultimo fondatore del museo svizzero dell’Art Brut, termine che riunisce in un’unica dizione le creazioni di artisti inconsapevoli, autodidatti, spesso mentalmente o socialmente emarginati.