A Bologna la sinistra lancia la sfida al Pd del sindaco Virginio Merola. E per farlo passerà dalle primarie. Il 28 di febbraio si saprà chi sarà alla testa della lista di Coalizione Civica. La sfida è tra il giurista di Sel Federico Martelloni e l’ex direttrice del carcere minorile cittadino Paola Ziccone. Uno dei due guiderà come candidato sindaco la galassia della sinistra bolognese che questa volta sta riuscendo a presentarsi unita all’appuntamento elettorale di giugno. Ci sono tutti, militanti di Possibile, dell’Altra Emilia-Romagna, di Sel (che però rompendo con i democratici ha perso per strada più di un pezzo), civici puri, ex di Pd e Movimento 5 Stelle, attivisti dei centri sociali Tpo e Làbas, movimentisti della scuola pubblica, l’associazione La Boa dell’ex assessore Ronchi cacciato dalla giunta per aver criticato lo sgombero di Atlantide, iscritti a Rifondazione comunista.

«Coalizione civica è l’unica lista che deciderà democraticamente il proprio candidato sindaco alle elezioni amministrative del 2016», si legge sul profilo facebook della Coalizione. E in effetti in città senza la Coalizione le primarie non si sarebbero proprio viste. Non le ha fatte il Pd, che quest’estate ha scelto di lanciare il sindaco Merola verso il secondo mandato. Non le ha fatte il M5s, che come candidato ha il consigliere comunale Massimo Bugani; tra i grillini non c’è stata sfida, Bugani ha formato la sua squadra e nessuno tra i tanti contestatori è stato in grado di proporre un’alternativa credibile. L’unico possibile sfidante, Lorenzo Andraghetti, è stato espulso a dicembre. E le primarie non le farà nemmeno il diviso centrodestra, che anche questa volta si vedrà imporre il nome del candidato da Salvini e Berlusconi. Salvo improbabili ribaltoni, la prescelta sarà la leghista Lucia Borgonzoni.

A fare le primarie sotto le Due Torri sarà dunque solo Coalizione civica, e per giunta – questa almeno è la proposta che i 30 membri del comitato direttivo sottoporranno all’assemblea degli iscritti – si tratterà di consultazioni aperte a tutta la città, in puro stile ulivista. Altri protagonisti e altra epoca si dirà. Resta il fatto che a Bologna, con due euro di offerta e la sottoscrizione dell’appello di lancio della Coalizione, tutti i cittadini potranno partecipare alla scelta del candidato sindaco della sinistra. Il primo caso in Italia.

A sfidarsi alle primarie per ora sono in due: Federico Martelloni e Paola Ziccone. La prima a candidarsi ufficialmente è stata Ziccone, 52 anni, ex direttrice del carcere minorile cittadino e nel 2011 impegnata nell’appoggiare la prodiana Amelia Frascaroli, poi assessore nell’attuale giunta Merola. «Ho deciso di candidarmi», ha scritto Ziccone, perché Coalizione Civica deve essere «libera dai condizionamenti dei partiti, dalla lottizzazione del potere, libera di pensare con la propria testa e libera da logiche proprie di un vecchio modo di fare politica». Ieri è arrivato invece l’annuncio di Martelloni, 40 anni, giurista, professore all’Università di Bologna, membro dell’assemblea nazionale di Sel. Una candidatura, scrive Martelloni, «per fare di Bologna la città meno diseguale d’Europa. Per renderla più libera, più giusta, più unita, che deve lavorare per vivere, che manda i figli nei nidi e nelle scuole pubbliche e ha bisogno di servizi di qualità. Una città libera e a discriminazioni zero, grazie a una permanente educazione sentimentale alle differenze».

Attorno ai due nomi si stanno mobilitando le rispettive aree politiche di riferimento. Ziccone sembra essere la candidata del nucleo originario che ha dato vita a Coalizione civica, Martelloni è la prima scelta dei militanti di Sel e del centro sociale Tpo. Molto più trasversale potrebbe essere il voto di tutti gli altri. Resta il fatto che attorno al nome del giurista è nata più di una polemica, con decine di discussioni esplose su facebook. C’è chi ha parlato di «un’opa di Sel» sulla Coalizione (magari aiutata dalle primarie aperte), chi rimprovera a Martelloni di avere avuto in tasca una tessera di partito. Si vedrà se la coalizione saprà esaltare l’aspetto positivo delle primarie, con tutta la loro forza espansiva in termini di conquista del consenso. O se le discussioni e le lettere aperte sui social network si trasformeranno in vere lacerazioni politiche e in una guerra per bande.