La mattinata a Napoli di Matteo Renzi ieri è durata appena un paio d’ore. Accompagnato dai ministri del Lavoro e dell’Ambiente, dal sottosegretario Graziano Delrio, dal sindaco Luigi De Magistris e dal governatore Stefano Caldoro, la prima meta è stata Ponticelli dove ha visitato la K4A, start up che produce elicotteri leggeri ad alta tecnologia, un’eccellenza in un settore in crescita. Sarebbe stato interessante anche conoscere l’opinione del premier sul rischio che Finmeccanica dismetta Ansaldo, che a Napoli ha due stabilimenti di cui l’Sts è assolutamente all’avanguardia. Ma lo spazio per le domande non c’è: «Dobbiamo uscire dalla cultura della rassegnazione e della delega, niente alibi» ha insistito

Renzi dal palco di Città della Scienza, prima di ripartire per Reggio Calabria.
Nella parte rimasta in piedi dello Sciece Center distrutto dal rogo doloso il 4 marzo scorso, il premier ha firmato il protocollo d’intesa “Bonifica del Sin Bagnoli-Coroglio”. Fuori dal cancello, sospesi su una gru a un’altezza da brivido, due lavoratori dei consorzi di bacino senza stipendio da 22 mesi.

All’ingresso, la protesta con fischi e striscioni dei cittadini della Terra dei fuochi (dove si continuano a bruciare rifiuti con buona pace dell’esercito inviato da Alfano), con i comitati per l’acqua pubblica e gli attivisti di Bagnoli, preoccupati dall’annunciata variante al piano regolatore che, se approvata, aumenterebbe a scapito del verde le zone edificabili, spostandole inoltre verso la linea di costa.

All’interno il Renzi show: per la ricostruzione di Città della Scienza sono disponibili 70milioni (circa la metà fondi pubblici) ma il problema resta la bonifica dell’area. Inutilizzati dal 2010 ci sono circa 47 milioni, ne occorrerebbero almeno altri 40 e poi ancora circa 100 per la rimozione della colmata. Per sapere dove verranno reperite le risorse si dovrà attendere l’Accordo di programma quadro, intanto Renzi ha chiamato in causa Cassa depositi e prestiti con la controllata Fintecna (la variante al piano regolatore potrebbe essere la contropartita).

Spazio anche al tema degli investimenti: «Il 14 maggio avevamo speso il 50% di fondi europei: dopo tre mesi siamo al 58%. Non è ancora sufficiente». E poi i cavalli di battaglia del premier: «La crescita non si fa abbassando i salari ma puntando sull’innovazione», mille asili per l’Italia (finora però il criterio della spesa storica ha premiato solo il nord, lasciando il sud senza), riaprire i cantieri con lo “Sblocca Italia”.

Prossimo appuntamento di Renzi a Napoli il 7 novembre ma, intanto, si saranno consumati due passaggi chiave. A settembre è annunciata la Leopolda partenopea, Fonderia, proprio a Bagnoli: sarà quella l’occasione per capire se il Pd campano è in grado di scegliere da solo il candidato alle regionali di primavera con le primarie o se le spaccature interne costringeranno Renzi a decidere per tutti. Il 12 ottobre ci saranno le elezioni del Consiglio metropolitano: il bonus di 80 euro è costato a Napoli un taglio di circa 6 milioni e mezzo di trasferimenti statali, la Città metropolitana (che sostituirà la provincia) rischia di partire senza risorse.