Uno dei due ostaggi giapponesi nelle mani dell’Is, sarebbe stato giustiziato. La vittima sarebbe il «mercenario» Haruna Yukawa, sequestrato ad agosto 2014 in Siria. L’annuncio della morte di Yukawa è stato affidato al secondo ostaggio giapponese, il giornalista freelance Kenji Goto, entrato in Siria dalla Turchia a ottobre dello scorso anno, proprio sulle tracce di quello che sarebbe diventato suo compagno di prigionia.

Goto, nella divisa arancione già vista nel primo filmato diffuso dall’Is, appare in un fermo immagine con in mano una foto che testimonierebbe – il condizionale è ancora d’obbligo – la decapitazione di Yukawa. «Sono Kenji Goto Jogo e avete visto la foto del mio compagno Haruna ucciso nella terra del Califfato islamico», si sente nell’audio che accompagna l’immagine. «Eravate stati avvertiti e avevate ricevuto una scadenza temporale, e in base a questo i miei carcerieri hanno agito». Le prime frasi sono all’indirizzo del primo ministro giapponese: «Abe, hai ucciso tu Haruna», accusa la voce.
L’appello si rivolge poi alla moglie di Goto, Riko, alle due figlie e ai colleghi della stampa indipendente perché continuino a fare pressione sul governo per il rilascio dell’ostaggio. Ora, i militanti islamisti esigono la scarcerazione della «sorella» – così viene citata nel video – Sajida al-Rishawi, accusata di un tentato attacco dinamitardo in un hotel di Amman nel 2005. La donna si trova attualmente in carcere in Giordania e dal 2006 su di lei pende la condanna capitale. «Voglio sottolineare ancora una volta – si sente nell’audio del video diffuso dall’Is – quanto sia facile arrivare al mio rilascio». La trattativa tra Tokyo e Is coinvolge così anche la Giordania, dove attualmente si trova il vice-ministro per gli affari esteri giapponese Yasuhide Nakayama, incaricato di gestire l’emergenza ostaggi.

Dopo la pubblicazione del video, il governo di Tokyo ha convocato d’urgenza una conferenza stampa. Nella circostanza, il capo segretario di gabinetto del governo, Yoshihide Suga, ha denunciato le azioni degli uomini dell’Is e definito «difficilmente perdonabile» un’eventuale uccisione di Yukawa.

«Abbiamo diverse informazioni, non appena verificheremo la loro veridicità le comunicheremo», ha dichiarato il ministro degli Esteri Fumio Kishida, che nei giorni scorsi si è confrontato sulla questione anche con il suo omologo italiano Paolo Gentiloni. Indagini sulla veridicità del filmato diffuso oggi sarebbero ancora in corso, con il coinvolgimento dei servizi di intelligence americani. Il governo non si sbilancia, ma nei fatti sembra dare per vera la notizia della morte di Yukawa. Dopo una riunione con i ministri, Shinzo Abe ha pubblicamente ribadito la condanna alla violenza dell’Is e la richiesta ai militanti di rilasciare Goto.

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Tuttavia, negli ultimi giorni non sono mancate le accuse alla gestione del caso da parte del governo. In particolare, secondo quanto rivelato da Jake Adelstein e Nathalie Kyoko-Stucky dalle colonne di The Daily Beast, lo scorso autunno ci sarebbe stata la possibilità di prendere contatto con i sequestratori di Yukawa e Goto tramite il giornalista Kosuke Tsuneoka e il docente di diritto islamico Ko Hassan Nakata, fermati proprio perché sospettati di aver reclutato uomini per la causa del Califfato. A preoccupare alcuni osservatori è il possibile utilizzo della vicenda da parte del governo conservatore per riformare in maniera definitiva la costituzione pacifista giapponese che oggi impedisce il dispaccio di truppe fuori dai confini nazionali. E la ministra della giustizia Yoko Kamikawa ha annunciato un giro di vite sull’immigrazione per prevenire l’ingresso di «terroristi».