Sanzionato per troppi diritti civili. Cinquant’anni da giornalista pubblicista e più di cinquanta come strenuo militante per i diritti civili, formato alla scuola prima di Marco Pannella e poi di Ferruccio Parri, non mi hanno risparmiato, il 16 gennaio scorso, l’apertura di un procedimento disciplinare nei miei riguardi, suggerito dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e istruito dal Collegio di Disciplina dell’Ordine Toscano: «per quanto pubblicato dalla testata on-line Stampa Alternativa in merito alla Press Card 2015 (…) in quanto i modi e i termini impiegati giornalista patentato e Tessera Libera Tutti, possono configurare un atteggiamento equivoco e in contrasto con la dignità professionale (…)».

A nulla è valso il mio ricorso, confortato da cinquant’anni passati in difesa della libertà di stampa e dell’informazione e avvalorato, per giunta, dai “servizi” offerti a più di trecento testate autogestite, prive di un direttore responsabile iscritto all’Ordine. In questi anni, infine, decine di giornalisti pubblicisti e professionisti hanno contribuito alla costruzione di un catalogo editoriale prestigioso, quello di Stampa Alternativa, insieme, anche, ai titolari della Press Card, causa del procedimento.

All’unanimità, i componenti del Collegio di Disciplina mi hanno sanzionato con: «due mesi di sospensione (…) disponendone comunicazione al Tribunale di Roma».

Di fronte alle mie ragioni, la sordità dell’Ordine Regionale e Nazionale dei Giornalisti, e l’indifferenza di fronte al precipitare, nel nostro Paese, della libertà di stampa – nella classifica di «Reporter senza frontiere» siamo a uno degli ultimi posti al mondo dopo il Botswana –, mi spingono a non presentare impugnativa alla sanzione, ma, piuttosto, a rivolgermi a tutti quei giornalisti – sia che abbiano già collaborato con Stampa Alternativa, insieme a scrittori, curatori, traduttori, editor, sia che abbiano semplicemente a cuore le sorti della libera informazione in Italia – che ritengono ingiusta la sanzione nei miei confronti.