Sabato pomeriggio a piazza del Popolo con la Fiom ci sarà anche Susanna Camusso. Le divergenze sulla Coalizione sociale vengono messe da parte di fronte all’unità della Cgil e alla battaglia comune contro il governo Renzi e il Jobs act. La notizia la dà Maurizio Landini nella conferenza stampa di presentazione della manifestazione e viene confermata dalla stessa Susanna Camusso: «Io ci sarò, non c’è dubbio, ma non abbiamo ancora ragionato sul comizio».

Il segretario generale della Cgil la mattina sarà a Reggio Calabria per un precedente impegno, ma tornerà a Roma in tempo. Se deciderà di parlare dal palco, chiuderà la manifestazione. Se invece sceglierà di non parlare o delegherà ad un altro segretario confederale Cgil, sarà Landini a chiudere la manifestazione. Cosa già accaduta per le manifestazioni della Fiom a piazza San Giovanni il 18 maggio 2013 (parlò Nicola Nicolosi) e il 9 marzo 2012 (parlò Vincenzo Scudiere), ma entrambe le volte Camusso non partecipò al corteo.

Il riavvicinamento fra Landini e Camusso è dovuto anche a ragioni tattiche: la battaglia contro il Jobs act sarà lunga e difficoltosa. Se per un eventuale referendum abrogativo servono almeno due anni di tempo (e i testi definitivi su molte questioni, ad esempio la cassa integrazione, non saranno approvati prima dell’estate) anche i ricorsi giudiziari in Italia e in Europa già annunciati da entrambi necessitano almeno di un anno di tempo. Per tutti questi motivi dividersi adesso e rimanerlo per anni non gioverebbbe a nessuno: per primi ai lavoratori.

D’altro canto, come ha sottolineato Landini, «la piattaforma della manifestazione è totalmente sindacale» e dunque non crea divisioni in Cgil. Non a caso lo slogan scelto è «Unions»: oltre a riecheggiare la parola sindacato in inglese, porta Landini a ricordare come «oggi sia necessaria la massima unità del lavoro». Il segretario generale della Fiom ha poi ribadito come molti punti programmatici siano stati decisi «dallo stesso direttivo della Cgil».

«È la continuazione della battaglia contro il Jobs act», precisa per poi snocciolare il lungo elenco di richieste: «Che ai anche i nuovi assunti con il contratto a tutele crescenti dopo un po’ di tempo dovranno avere le tutele dell’articolo 18; che si lanci una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare, oltre quella sugli appalti che dia la responsabilità delle leggi e di uguali contratti e diritti all’impresa che vince, per un nuovo statuto dei lavoratori che preveda che a parità di lavoro, subordinato o autonomo, ci sia parità di salario; che ci sia un referendum fra gli iscritti Cgil per decidere se andare a più referendum abrogativi del Jobs act»|.

La vera novità riguarda le pensioni: la Fiom propone «una drastica riduzione dell’età pensionabile a 60-62 anni senza penalizzazioni e con la reintroduzione delle pensioni di anzianità a partire dai lavori più usuranti». Per chiudere si punta sull’orario di lavoro: «Si tolga la defiscalizzazione al lavoro straordinario e che se si vuole che far lavorare la domenica e i festivi non si usi il “modello Melfi” con un aumento di orario, ma gli accordi firmati alla Continental, alla Carraro, alla Ducati dove in cambio c’è una quinta squadra e si lavora 32 ore pagate 40 per l’aumento di produttività». Infine la richiesta di «una politica industriale che eviti i casi Ansaldo e Pirelli» e che «si arrivi ad una legge sulla rappresentanza che riprenda il modello della certificazione nella pubblica amministrazione aggiungendo il referendum confermativo sul contratto, un contratto così fatto potrebbe avere valore per tutti, erga omnes».

Ma «come ogni manifestazione della Fiom» quella di sabato «sarà aperta a tutti e dal palco parleranno studenti, insegnanti precari, partire Iva e immigrati». Il corteo che ricalca interamente quello della “Via Maestra” di sabato 12 ottobre 2013 partirà da piazza Esedra alle 14 per arrivare a piazza del Popolo. «Abbiamo chiesto al Comune di aumentare lo spazio per i pullman da 200 a 300», ha annunciato il segretario organizzativo Fiom Enzo Masini, sintomo «di un clima favorevole come per le nostre migliori manifestazioni fatte di sabato pomeriggio».

Ma la coalizione sociale rimane sempre sullo sfondo. Se ieri Landini ha specificato come sia «un percorso ancora lungo», le novità in cantiere sono tante. L’idea della Fiom – i due rappresentanti che la seguiranno direttamente al posto di Landini saranno nominati a breve – è di convocare una grande assemblea costitutiva a Roma la settimana dopo Pasqua, mentre dal punto di vista della struttura l’idea è quella di «spargersi sul territorio», in modo quasi federale. In ogni Comune associazioni e movimenti si metteranno assieme per «piani di azione» che dovranno essere definiti con obiettivi chiari e stringenti senza comunque mai diventare una lista elettorale.