A due settimane dall’inizio ufficiale della campagna elettorale per le elezioni catalane del 27 settembre, puntuale si attiva la giustizia ad orologeria. Le indagini sui clamorosi ed estesi casi di corruzione del partito di centrodestra del presidente catalano Artur Mas (nella foto) Convergència Democràtica de Catalunya (Cdc), si sono improvvisamente riattivate.
Per tutto il giorno ieri la Procura anticorruzione ha effettuato perquisizioni nella sede del partito e della fondazione a esso legata alla ricerca di prove delle tangenti del 3% che il partito avrebbe ricevuto da una ricca famiglia di costruttori (il cui capostipite fondò il partito assieme a Jordi Pujol, ex presidente catalano e padre politico di Mas, caduto in disgrazia negli ultimi anni per le indagini sugli affari sporchi dei figli) in quattro comuni catalani.
Cdc ha già 15 sedi del partito in embargo giudiziario per il caso di corruzione più dirompente della storia catalana, il cosiddetto Caso Palau: il presidente della fondazione che gestiva il Palau della Música Catalana, fiore all’occhiello del modernismo a Barcellona e simbolo della cultura artistica e musicale di Barcellona, si sarebbe intascato vari milioni dei soldi raccolti da privati cittadini e da istituzioni pubbliche. Attraverso il Palau, Cdc avrebbe ricevuto varie “commissioni” per appalti in città, non ultima la faraonica linea 9 della metropolitana di Barcellona, che con i suoi 43 km sarà la più lunga d’Europa quando finiscano i lavori (attualmente molto in ritardo per mancanza di finanziamenti). L’indagine venne aperta nel 2009 e ancora non è stata chiusa – ma non sorprenderebbe un altro improvviso risveglio preelettorale anche in questo caso.

Se popolari, socialisti e Ciutadans (il nuovo partito di centrodestra che sta crescendo come controparte di Podemos) colgono l’occasione per puntare il dito sulla corruzione di Mas – «non cerchi colpevoli fuori dalle sua fila», ha detto raggiante la vicepresidente del governo Soraya Sáenz de Santamaría – da Barcellona molti sottolineano che questa operazione è «esagerata» o «sospetta». «Qualcuno vuole che questo incida molto in campagna elettorale», ha detto il portavoce di Cdc. Persino gli indipendentisti movimentisti di estrema sinistra della Cup sottolineano che anche se «ci sono indizi di corruzione», «l’operazione ha un carattere elettorale».
Il fatto è che in queste elezioni le carte sono mescolate: gli indipendentisti di tutti i colori sono alleati nella speranza di poter portare avanti una dichiarazione di indipendenza, sotto la presidenza di Mas. Che però non corre con i colori del suo partito, mescolato in una grande lista indipendentista. Il maggiore “ostacolo” a un’eventuale presidenza Mas potrebbe essere la coalizione che unisce la sinistra di Podemos, rossoverdi e Izquierda Unida, che ambiscono a cambiare l’asse del dibattito riportandolo sul piano sociale. Il loro capolista, Lluís Rabell ha commentato che «alcuni politici hanno un ranking molto alto in casi di corruzione. Cominciando dal Pp, ma anche a casa nostra». Aggiungendo che secondo lui Mas si presenta all’interno di un’altra lista perché se Convergència si presentasse da sola perderebbe le elezioni.