L’importanza dell’integrazione nella Cina contemporanea, ha partorito una misura che tenderà a favorire le «coppie miste». Gli appartenenti alle etnie uighure e mongole, quando si sposeranno con un una o un membro dell’etnia han, quella dominante in Cina (gli han sono quelli che generalmente definiamo «cinesi»), otterranno degli incentivi economici, sotto forma di sussidi sanitari e per l’educazione dei figli.

Il progetto pilota, stando a quanto pubblicato nei giorni scorsi dal Financial Times, dovrebbe partire nella contea di Cherchen, nella zona meridionale della regione autonoma dello Xinjiang.
Per le nuove coppie sposate il governo metterà a disposizione 10mila Rmb, poco più di un migliaio di euro, una cifra molto più alta delle entrate annuali di un contadino di quelle zone (il reddito medio annuo nell’intera regione è poco più di 7mila Rmb). «La Contea di Cherchen ha parecchie minoranze con le proprie credenze religiose, ma attraverso i matrimoni misti con l’etnia han, possiamo rafforzare l’unità etnica», ha commentato un funzionario cinese al Financial Times.

L’obiettivo di Pechino è quello di placare le spinte autonomiste e indipendentiste, rendendo meno forte la differenza culturale e degli stili di vita tra gli uighuri, l’etnia originaria e un tempo maggioritaria dell’area, e i cinesi han.

Nell’ultimo anno ci sono stati numerosi attentati, il Partito ha completamente militarizzato la zona, arrestando e condannando a morte decine di «terroristi». I movimenti autonomisti, stando alle indicazioni di Pechino, sarebbero arrivati anche ad organizzare l’attentato di alcuni mesi fa, proprio di fronte alla foto di Mao nella Tiananmen, creando un panico pericoloso tra i funzionari. La regione spesso è completamente chiusa, a giornalisti e turisti.

Gli uighuri anche nelle altre città cinesi sono spesso al centro di fenomeni ed episodio di razzismo. Grazie alla campagna «Go West», il governo ha deciso di investire nelle aree occidentali, divenute il fulcro della nuova ondata di urbanizzazione e diventando il perno delle potenziali nuove vie della Seta che Pechino sta tessendo nel sempre più complicato gioco diplomatico internazionale.

Anche in questo caso, come per Hong Kong, il Partito vuole assicurarsi una periferia sotto controllo, capace di «armonizzarsi» in modo autonomo e non per forza grazie ai militari e alle condanne a morte di presunti terroristi.