Con il doppio attacco di Copenhagen, la Francia ha rivissuto le ore del massacro di Charlie Hebdo e dell’HyperCacher della Porte de Vincennes. Tra forti polemiche politiche e un nuovo atto criminale. Un ragazzino di 15 anni si è autodenunciato, ieri, e ha fatto i nomi dei suoi 4 complici, tutti tra i 15 e i 17 anni, per la profanazione del cimitero ebraico di Sarre-Union, in Alsazia. I fatti sono avvenuti giovedi’ scorso, nel pomeriggio, a due riprese: più di 250 tombe, alcune centenarie, sono state distrutte, i responsabili sono tutti alsaziani, senza precedenti penali e negano la motivazione antisemita. La profanazione ha suscitato una forte emozione in Francia, dove nel 2014 gli atti antisemiti sono raddoppiati rispetto al 2013 (851, tra azioni e minacce). François Hollande, che ha invitato il paese a “riprendersi”, sarà oggi a Sarre-Union. In mattinata, il primo ministro Manuel Valls, ha risposto all’invito rivolto dal premier israeliano Benyamin Netanyahu agli ebrei di Francia (e d’Europa), di andare a rifugiarsi in Israele. “Mi rammarico dell’affermazione di Netanyahu – ha detto Valls – essere in campagna elettorale non giustifica dire qualunque cosa, il posto dei francesi ebrei è in Francia”, una parte della popolazione a cui il paese mostra “amore, sostegno, solidarietà”, un “amore ben più forte degli atti di odio, anche se si ripetono”. Gli ebrei francesi nel 2014 sono stati la prima nazionalità ad emigrare in Israele, con circa 7mila casi.

Valls, per definire gli attacchi di Copenhagen che hanno molte rassomiglianze con quelli di Parigi del 7-9 gennaio scorso, ha invitato i francesi ad “unirsi” contro l’“islamo-fascismo: un’espressione controversa, diffusa dai neo-cons statunitensi dopo l’11 settembre, ma che era stata usata in Francia per la prima volta negli anni ’70 dallo storico Maxime Rodinson relativamente agli ayatollah iraniani e oggi è stata ripresa anche da Noël Mamère, deputato Verde. La polemica è scoppiata su una frase detta a una radio da Roland Dumas: l’ex ministro di Mitterrand, che ha ora 93 anni, ha sostenuto che Valls è “probabilmente sotto influenza ebraica”, a causa della moglie, la violinista Anne Gravoin. La frase di Dumas ha suscitato l’indignazione nel Ps.

La paura che si diffonde tra la popolazione, l’aumento delle vendite di tranquillizzanti e delle chiamate al “telefono amico”, le comunità che si chiudono su stesse, e alla fine l’irrigidimento politico: a poco più di un mese dalle elezioni dipartimentali e cantonali, il clima diventa sempre più teso. Il risultato è un susseguirsi di sondaggi favorevoli al voto per il Fronte nazionale, che potrebbe conquistare una manciata di dipartimenti (mentre, a dicembre, punta a un successo alle regionali). Il Ps al governo è in difficoltà e profondamente diviso. Oggi, passerà con fatica (sempre che arrivino alcuni voti della destra) la legge Macron, un testo confuso di 300 articoli presentato dal ministro dell’Economia, che sulla carta dovrebbe favorire “la crescita e l’attività”, liberalizzando l’economia (per esempio, apre al lavoro la domenica). La destra è in crisi di identità, il ritorno di Sarkozy si sta rivelando un fallimento. Cosi’, l’elettorato Ump deriva sempre più a destra. Secondo un sondaggio Sofres, un simpatizzante Ump su due vorrebbe che il partito di Sarkozy facesse degli accordi con il Fronte nazionale a livello locale, dopo che alla supplettiva del Doubs l’Ump aveva rifiutato di indicare agli elettori di scegliere al ballottaggio il candidato Ps contro quello del Fn. Alcune idee difesa dall’estrema destra sono ormai condivise da un’ampia fetta di francesi, come per esempio il ritiro della nazionalità per gli jihadisti che ne hanno una doppia o dare maggiore potere alla polizia e sentenze più severe verso i delinquenti.