Occorreranno approfonditi esami tossicologici ed istologici per fare luce sulla morte di Vittorio Andrei, il rapper ventiduenne noto come «Cranio Randagio» morto sabato scorso a Roma. Da primi riscontri autoptici è infatti emerso solo che il giovane non aveva anomalie cardiache o cerebrali. Al medico legale non è rimasto che stilare un primo referto nel quale si parla di insufficienza cardiaca, in attesa degli altri esami di laboratorio sui tessuti prelevati. Intanto la procura, che ha aperto un fascicolo a carico di ignoti ipotizzando il reato di morte come conseguenza di altro delitto, ha disposto la restituzione della salma ai familiari affinché possa essere celebrato il funerale. Nel frattempo il pm Mariarosaria Guglielmi, titolare degli accertamenti sta lavorando per ricostruire le ultime ore di vita del rapper.