L’allarme è stato lanciato dall’European counter terrorism centre (Ectc) dell’Europol (la polizia europea): poiché il sedicente Stato islamico sarebbe in difficoltà sul campo, ovvero in Medio Oriente, questo potrebbe trasformarsi in un aumento del rischio di una serie di attacchi in Europa.

E’ quanto si legge in un report nel quale vengono anche forniti particolari sulle ipotesi di attentato, ovvero l’utilizzo di autobombe. Lo Stato islamico – si legge nel report – «ha già adottato nuove tattiche per attaccare l’Occidente».

Se «l’Is sarà sconfitto o seriamente indebolito in Siria e Iraq», questo potrebbe tradursi nel ritorno di «un numero maggiore di foreign fighters e delle loro famiglie verso l’Ue o altre zone di conflitto, come la Libia, e quelli che riusciranno a entrare in Europa rappresenteranno un potenziale rischio per la sicurezza».

Senza contare che «attacchi potrebbero essere condotti per “compromettere” i rifugiati siriani e provocare una modifica delle politiche dei Paesi Ue nei loro confronti». Secondo il documento, le minacce dinanzi alle quali si trovano i Paesi europei vanno dai network terroristici ai lupi solitari, da attacchi diretti dall’Is ad attacchi ispirati dal gruppo, dall’uso di esplosivi e fucili automatici al ricorso ad armi affilate e veicoli, da attacchi preparati meticolosamente ad attacchi improvvisati.

Secondo il documento dell’Europol la Libia sarebbe la nuova potenziale base di attacchi futuri, oltre al fatto che «valutazioni di alcuni servizi di intelligence indicano che diverse decine di persone dirette dall’Isis potrebbero essere attualmente presenti in Europa con la capacità di commettere attacchi terroristici». In Libia, infine, ancora ieri si sono registrati scontri tra milizie a Tripoli.