L’aumento degli investimenti pubblici per le politiche abitative, una riforma fiscale progressiva, regole sul mercato privato, limiti agli affitti brevi turistici, soluzioni per l’emergenza sfratti: sono alcuni dei punti individuati come prioritari per il rilancio delle politiche abitative in Italia dalla rete del Social Forum dell’Abitare che si è data appuntamento a Bologna dal 18 al 20 aprile, segnando la nascita di un nuovo movimento nazionale per il diritto all’abitare. Centinaia di associazioni, sindacati, esperti e cittadini da tutta Italia hanno animato un dibattito approfondito e competente, finalmente politico, sul tema della casa, individuando le principali direzioni del lavoro da fare.

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Bologna senza casa
L’enorme patrimonio pubblico e privato vuoto da riutilizzare, lo stop alla vendita di case popolari (solo a Roma 14mila case sono finite nei piani di alienazione), una moratoria sugli sfratti (40mila i provvedimenti emessi nel 2023), la raccolta di dati dal basso per sopperire all’assenza di informazioni pubbliche aggiornate, il coordinamento delle vertenze locali sugli affitti brevi, la battaglia per il diritto allo studio, un tetto agli aumenti degli affitti privati e l’istituzione di Agenzie sociali per la locazione: su questi e altri temi ancora la rete nazionale si mobiliterà nei prossimi mesi, anche con campagne specifiche. La crisi abitativa, le disuguaglianze derivanti dai costi delle case, dall’assenza di soluzioni pubbliche e dai processi di privatizzazione, gentrificazione e turistificazione in corso, devono diventare centrali nell’agenda politica.

Il Forum è stato l’occasione per condividere analisi, pratiche e sperimentazioni già attive in diversi territori. A Torino una campagna contro le case sfitte è già partita, si chiama ‘Vuoti a rendere’ e sta raccogliendo le firme per l’approvazione di una delibera di iniziativa popolare, per censire e rimettere in uso le circa 30mila case vuote in città. Ma dati certi ancora non ci sono.

Se oggi in Italia si conoscono quelli sul numero di affitti brevi turistici è grazie al mondo dell’attivismo e della ricerca. A Bologna il mercato degli affitti brevi è in mano a fondi internazionali e aziende i cui annunci sono cresciuti del 41% dopo la pandemia, secondo il ricercatore Mattia Fiore. Se Bologna e Firenze stanno introducendo dei limiti, Roma, con le proposte di modifica delle norme di attuazione del piano regolatore, va nella direzione opposta. Coordinare le vertenze locali sugli affitti brevi, fornendo un quadro degli strumenti esistenti, sarà dunque prioritario. Ancora: il movimento ha fatto sua la battaglia per il diritto allo studio che non riguarda solo gli studenti. Per la creazione di alloggi per studenti il governo ha stanziato 1,2 miliardi di euro di fondi Pnrr che rischiano di finire ai privati. Tra cambi di destinazione d’uso in deroga, premi di cubatura e agevolazioni fiscali anche per rendite catastali in aumento, è sugli alloggi per studenti che il governo cancella le norme urbanistiche che dovrebbero garantire equità e giustizia sociale.

Nei prossimi giorni il Forum pubblicherà i documenti e l’agenda conclusiva che toccherà aspetti come il ruolo degli enti locali, delle università e del diritto allo studio. L’ambizione è connettere sempre più soggetti, ambiti di ricerca e attivismo, e nuovi territori non solo urbani, perché il problema della casa non riguarda solo le città. L’obiettivo è individuare strumenti innovativi di regolazione pubblica ma anche di finanzia sociale, per affrontare una fase di cambiamento epocale in cui perfino il mutuo è inadeguato a garantire l’accesso alla prima casa. In uno scenario di politiche pubbliche regressive, l’obiettivo è costruire una grande mobilitazione dal basso per passare dalla fase attuale di diritto ‘sulla’ casa intesa come merce e investimento per l’estrazione di rendite elevatissime per pochi, a una politica ‘per’ la casa: per il diritto all’abitare, per il recupero della città pubblica, per un nuovo welfare che dia spazio alle realtà sociali.