La danza e l’opera dei pupi negli intenti di Virgilio Sieni e Mimmo Cutticchio sono arti legate all’amore per la sperimentazione. Due percorsi fecondi li rendono maestri. A Firenze, con la sua Accademia dell’Arte del Gesto, a Venezia, negli anni della direzione della Biennale Danza conclusa quest’estate, Sieni propone una visione nella quale il danzatore non è solo artista concentrato sull’apprendimento delle tecniche, ma uomo che riscopre nei linguaggi del gesto la bellezza della trasmissione e della condivisione di un percorso di conoscenza.
A Palermo Mimmo Cuticchio con la sua Compagnia Figli d’Arte Cuticchio è dagli anni Settanta l’anima artigiana e trasformista della meravigliosa tradizione dell’opera dei pupi, patrimonio che Mimmo non tradisce, ma traduce in arte in movimento con nuovi testi e confronti di linguaggi intrecciati con il cunto (la narrazione del ciclo carolingio).
Maestri, Sieni e Cuticchio, che si sono riconosciuti l’un l’altro e che per questo sono protagonisti di «Palermo Arte del Gesto nel Mediterraneo – Accademia sui linguaggi del corpo e l’opera dei pupi», progetto partito da un sogno di Sieni di cui sono state gettate a Palermo le basi in questi giorni.

 
Due i passi svolti finora: un laboratorio per 25 giovani interessati alla danza e al lavoro con i pupi che hanno iniziato a esplorare con Sieni e Cuticchio la relazione tra corpo e marionetta, la presentazione al pubblico di Atlante . l’umano del gesto, esito del primo incontro tra Sieni e Cuticchio, in scena con i pupi. Tappe che hanno entrambe avuto luogo al Real Teatro di Santa Cecilia, in attesa che il progetto triennale possa proseguire nello spazio per cui è nato, il Garibaldi alla Kalsa, tesoro che merita sia riaperto alla città e che ha realizzato l’iniziativa insieme alla Compagnia di Sieni, all’Associazione di Cuticchio, in collaborazione con The Brass Group e col sostegno del Comune di Palermo.

 
Dichiara l’assessore alla cultura, Andrea Cusumano: «Il progetto è un’opportunità per la città per riprendere un tema della drammaturgia intesa come azione scenica sulla scorta di maestri come Kleist e Craig.
Nell’amministrazione c’è il desiderio che questa attività si strutturi in un laboratorio permanente. Stiamo mettendo in sicurezza le risorse per l’anno prossimo (intorno ai 100.000 euro) e per il 2018 ci auguriamo che ’Manifesta’ (il grande evento internazionale che si terrà a Palermo ndr.) sia la cornice entro la quale possa svilupparsi».

 
Sieni: «Nel laboratorio abbiamo affrontato lo studio del corpo articolare, la gravità, la distribuzione dei pesi. Dialogando con il sistema cosmico della marionetta, si rafforza un compito fondamentale, che è quello di nutrirsi attraverso tecniche antiche. È un percorso inedito che vorrei si sviluppasse in una serie di officine del corpo dislocate nella città». Cuticchio: «Ho messo di fronte ai danzatori del laboratorio altrettanti pupi, creando una sorta di controcampo, su cui lavorare con Virgilio. Si parla di integrazione, ma poi cadiamo nella separazione dei settori. Come diceva Shakespeare, l’arte non è pavoneggiarsi in teatro per un’ora. Sono rimasto un artigiano, noi che lavoriamo con i giovani abbiamo una responsabilità, non dobbiamo insegnare loro a cogliere il frutto dall’albero per poi abbellirlo ma a camminare sulla terra, a capire cosa è una zappa».

 
Ed eccoli Cuticchio e Sieni sulla scena. Con loro c’è il primo pupo, un pupo nudo, astratto dai personaggi tradizionali dell’opera. L’effetto è sorprendente. Cuticchio lo guida a vista, è tutt’uno nel movimento con il suo pupo e Sieni a fianco, con la sua danza, entra in relazione con quella disarticolazione divina della marionetta, quasi fosse il pupo di legno a spronare la danza e a guidare il movimento di Mimmo.
Il secondo pupo è il nano, molto espressivo. Il centro di gravità si abbassa in Sieni, ma la danza non è mai didascalia: è reinvenzione nel corpo a partire dalla relazione. Appaiono pupi personaggi come l’angelo in volo, il diavolo strisciante, Ruggiero e Bradamante (a guidare qui i pupi con Mimmo, il fratello Nino) in rumorosa battaglia.

 
La risonanza dei personaggi e del loro movimento hanno sempre risvolti diversi nella danza di Sieni, focosa quella che si nutre dell’eco delle spade incrociate dei pupi; gioiosa, quasi femminile quella suscitata dall’arrivo del pupo di Orlando bambino che danza sulla voce di Mimmo; parossistica nel quadro del cunto, abbandonata nel quadro finale della morte di Orlando.
Sieni e Cuticchio hanno aperto molte porte, molte vie di sperimentazione possibili tra gesto della danza, linguaggio della marionetta, teatro dei pupi, racconto, astrazione, studio del movimento. Un progetto che ha incantato il pubblico. Un sogno da sostenere.