In Europa siamo abituati a classificare i calciatori dell’Africa subsahariana come viaggiatori di sola andata verso i paesi ricchi dell’occidente e di quell’Asia che ha grandi disponibilità economiche. Ma esiste un altro circuito, sommerso, sconosciuto, talvolta disperato, interno al continente. In molti casi è il Maghreb ad essere visto come un approdo sicuro e conveniente, buono per pretendere dal calcio un riscatto sociale. Tanto per fare un esempio, uno dei gol con cui il Raja Casablanca si è guadagnato la finale del Mondiale per Club 2013 contro il Bayern Monaco sconfiggendo l’Atletico Mineiro di Ronaldinho, lo siglò Vianney Mabidé, centrocampista della Repubblica Centrafricana che regalò una piccola grande gioia al proprio Paese, precipitato in un sanguinoso conflitto intestino.

Proprio a modelli di questo tipo si rifà la carriera di Scottie Appiah, ragazzo ventenne, di ruolo esterno destro, giunto a Marrakech in caccia di fortuna. Qui ha vestito la maglia dell’Olympique, seconda squadra della metropoli berbera dopo il Kac: «Siamo tutti sconvolti per questa decisione di rinunciare alla coppa – spiega –, non ce lo aspettavamo, tutto sembrava svolgersi secondo le regole». Un’occasione persa per poter incontrare tanti amici connazionali, dato che il Ghana ha già ottenuto la qualificazione alla fase finale: «È davvero triste quanto accaduto. Sembra che le conseguenze di questa decisione non interessino a nessuno», aggiunge Scottie che, come tanti altri, si sta faticosamente facendo un’idea sull’accaduto: «Ci può anche stare una scelta simile, il problema Ebola in Africa esiste, è grave e merita di essere gestito al meglio: ma si doveva arrivare prima a questa conclusione, non così a ridosso della Coppa. E con metodi meno bruschi».

«Le colpe – chiosa Appiah – sono delle istituzioni marocchine, che come al solito non sono state in grado di collaborare: nessun dialogo tra Ministero della Salute e Federcalcio, come si poteva pretendere di convincere la Caf? Così come nessun tipo di comunicazione aperta è stata fatta a beneficio del popolo, che tanto aspettava questo evento e a cui si doveva e si deve rendere conto della situazione».