E’ iniziata in Ecuador la campagna elettorale per le elezioni del 19 febbraio, che riguardano il nuovo presidente e il vicepresidente, 137 deputati e 5 rappresentanti al Parlamento andino, nonché il referendum contro i paradisi fiscali.

Rafael Correa non può più ripresentarsi. Il partito di governo, Alianza Pais, candida Lenin Moreno, favorito nei sondaggi. Contro di lui, sette liste di opposizione. Il più titolato sembra essere l’imprenditore e banchiere Guillermo Lasso. Se al primo turno nessun binomio presidenziale raggiunge la maggioranza assoluta dei voti validi o ottiene il primo posto con almeno il 40% dei voti validi e una differenza maggiore di 10 punti percentuali sui secondi classificati, si andrà a un secondo turno, previsto per domenica 2 aprile. I candidati sono in tutto 3.725 e gli aventi diritto 12.438.406 nel paese e 378.292 residenti all’estero.

Intanto, è entrato in vigore l’accordo commerciale firmato tra Ecuador e Unione europea. Alle contestazioni provenienti da sinistra, il governo ha risposto enunciando i vantaggi che si prospettano per l’economia e il risparmio di milioni di dollari in tasse doganali per gli esportatori ecuadoriani. Inoltre, vi sarà un anno di verifica prima che il Parlamento renda effettivi gli accordi. Secondo le stime, per l’economia del paese, prostrata dal devastante terremoto dell’anno scorso e comunque proiettata verso una crescita del Pil di 1,4% , si apre un mercato di 513 milioni di persone in 28 paesi.