Il mio nome è John Bleasdale e mi trovo qui seduto alla mia scrivania a scrivere un articolo su Charlie Kaufman ed il suo cinema originale, cosciente ed introspettivo. Queste sono le parole che uso ora per scrivere ma aspettate un attimo: c’è pericolo che l’articolo diventi una parodia del cinema Kaufmanesco? Certo. O magari un’opera di Italo Calvino? Cosa ci sarebbe di male? In Essere John Malkovich c’è proprio John Malkovich che viene invaso e controllato da un burattinaio, John Cusack, e da Cameron Diaz, la sua ragazza. Malkovich diventa la vittima controllata dell’uno e poi dell’altra. E’ una satira sulla fama, sul voyeurismo, sulla creatività. Lo spettacolo di burattinai è un metafora per il cinema e la sua galleria di specchi tanto che anche Malkovich diventa un burattinaio. Nei film successivi Kaufman usa sempre un avatar: in Se mi lascia ti cancello Jim Carrey fa dei disegni bellissimi; in Synedoche, New York Philip Seymour Hoffman assume il ruolo di regista teatrale; in Adaptation Nicolas Cage fa lo sceneggiatore: Charlie Kaufman, in persona! E se questo non bastasse, il suo fratello gemello identico. “Scrivi quello che conosci” è il consiglio banale che ogni scrittore deve seguire ma Kaufman ha l’ambizione Proustiana di partire sempre da se stesso e io, John Bleasdale apprezzo questo impulso. Non si tratta di pigrizia, come nel caso di Stephen King, in cui un protagonista su due è o uno scrittore o un insegnante di letteratura inglese. Kaufman, invece, vede nel ruolo dell’ artista qualcosa di fondamentale che rispecchia l’esistenza di tutti. Riconosco nello specchio anche il mio riflesso mentre scrivo queste parole. Sicuramente le accuse di egotismo sono fondate, ma ricordo un dettaglio fondamentale di Narciso: lui ammira il suo riflesso ma pensa che si tratti di qualcos’altro. Il suo peccato non è egotismo ma un’identificazione errata. Alla fine, è bello ma stupido! Non come me, né come Charlie Kaufman. Nel nuovo film di Kaufman, Anomalisa, Michael Stone (David Thewlis) è un guru famoso di ‘self-help’, di auto-aiuto; un motivatore che si trova nel profondo di una grave depressione causata (o espressa) dal fatto che lui sente ogni voce come se fosse una voce sola (Tom Noonan). E’ alienazione ma anche egoismo. La sua è l’unica voce che suona diversamente. Stone è intrappolato dal suo egoismo, incapace di apprezzare la diversità degli altri, incapace di sentire le loro emozioni. Gli altri sono tutti uguali. Io sono diverso. Io e Charlie Kaufman. Anomalisa è una commedia ma solo nel senso di cosa seria detta in maniera buffa. E in più è una storia d’ amore in cui Lisa (Jennifer Jason Leigh) è amata perché – come dice il titolo – è un’anomalia. La mancanza di libertà personale è evidente anche nella scelta dell’uso di animazione in stop motion. Tornando al suo primo film il burattinaio tira ancora le fila. La consapevolezza di sè è una malattia, una mania e anch’io, John Bleasdale, sento ora di dover chiudere questo articolo su Charlie Kaufman prima di diventare un personaggio in suo prossimo film.