La nuova vittima nei ghetti della provincia di Foggia ha scatenato un’ondata di indignazione e di polemiche, da parte di tantissime associazioni dei territori come l’Arci o Campagne in Lotta, così come dei sindacati e della Flai Cgil Puglia, da sempre vicina alle vicende legate allo sfruttamento dei lavoratori stagionali e del caporalato.

Segretario Antonio Gagliardi (Flai Cgil Puglia), il governatore della Puglia Michele Emiliano si è detto «molto scosso» dalla notizia della morte del giovane bulgaro: il sindacato però da sempre contesta l’assenza della politica su questa tematica.
Esattamente. Dopo il protocollo firmato lo scorso mese di maggio con la Regione («Cura-legalità-uscita dal ghetto»), non si è mosso più nulla. Ancora una volta siamo costretti a registrare da parte della politica soltanto annunci a cui non seguono fatti concreti.

Il governatore ha dichiarato che proprio in questi giorni la Regione ha concluso un lavoro per portare varie proposte all’attenzione del Consiglio d’Europa e della Commissione Europea i prossimi 15 e 16 dicembre.
Come sindacato se saremo interpellati ascolteremo e valuteremo queste proposte. Ma da anni sentiamo soltanto annunci da parte della politica.

Il ghetto dei Bulgari è definito una vera cloaca a cielo aperto…
Purtroppo è vero. A differenza degli altri ghetti, qui manca anche l’acqua corrente. Ci sono tra 200 stanziali, tra cui moltissimi bambini e donne: una situazione disumana, assolutamente vergognosa.

L’idea, che spesso resta sulla carta, è quella di trasferirli proprio in questo periodo dell’anno quando gli abitanti dei ghetti sono meno numerosi.
Sì, l’idea è quella perché trasferirli in questo periodo dell’anno è più semplice in quanto questi braccianti ogni anno svolgono una vera e propria «transumanza» umana. A seconda delle stagioni e delle produzioni aumentano e diminuiscono. Purtroppo però noi non siamo a conoscenza di questi piani di trasferimento. Anche perché accadono cose strane…

Ovvero? Si riferisce alla cadenza con cui avvengono questi incendi?
Sì. Abbiamo notato che «stranamente» ogni qual volta si parla ti trasferimenti e di abbandono dei ghetti si verificano questi eventi dolosi. Il che ci lascia ipotizzare che più di qualcuno non voglia che questi ghetti scompaiano, ma che continuino ad essere luoghi di schiavitù per gli interessi della criminalità organizzata e non solo.

Come sindacato avete già stabilito delle iniziative da intraprendere nell’immediato?
A livello organizzativo ci muoveremo attraverso la Cgil Puglia perché i temi dell’accoglienza sono gestiti a livello regionale. Ma sui territori interessati, in primis quello della provincia di Foggia, siamo tornati a svolgere un compito di pressione nei confronti delle istituzioni locali, provinciali e regionali affinché su questa vergogna dei ghetti venga scritta la parola fine una volta e per tutte. Come Flai Cgil sono anni e anni che denunciamo queste realtà ma purtroppo la politica è ancora troppo sorda alle nostre istanze.