Potrebbe essere l’ex assessora al Bilancio, Silvia Scozzese, il nuovo commissario governativo per la gestione del debito pregresso del comune di Roma che sarà nominato questa mattina dal Consiglio dei ministri, insieme alla governance del Giubileo e a un pacchetto di interventi ad hoc richiesto dalla stessa giunta di Marino. Ma nelle mani dei ministri questa mattina arriverà anche la relazione su Mafia Capitale di Angelino Alfano.

Secondo i rumors, il titolare del Viminale si limiterà a proporre all’esecutivo di commissariare un paio di municipi (il VI e Ostia, in pole position) e alcuni dipartimenti del Campidoglio (Patrimonio, Lavori pubblici, Ambiente, quelli più “attenzionati”). Poteri speciali in tema di sicurezza andranno comunque al prefetto Gabrielli – malgrado la bufera mediatica per i funerali di Vittorio Casamonica – che coordinerà anche la cabina di regia del Giubileo. Una supervisione speciale sugli appalti sarà affidata al presidente dell’Anac, Raffaele Cantone. Ma anche il sindaco Marino dovrebbe ricevere poteri di ordinanza su trasporti e ambiente.

Particolarmente necessaria e urgente è poi la nomina del nuovo commissario governativo per la gestione del debito di Roma, per poter concludere in tempo le 48 opere giubilari elencate nella delibera approvata dalla giunta il 13 agosto scorso. Il governo infatti non erogherà finanziamenti speciali: i fondi necessari dovranno essere attinti dalle stesse risorse del Campidoglio. Con due escamotage: la ridefinizione dell’ammortamento del debito e ulteriori deroghe al patto di stabilità, come già avvenuto per i 50 milioni appena sbloccati.

Proprio per agevolare questo tipo di lavoro, la giunta convocata stamattina alle 9,30 ritoccherà la delibera, approvando un «piano integrato» come richiesto dal sottosegretario De Vincenti nell’incontro avuto con il vicesindaco Marco Causi che ieri si è confrontato anche con il ministro alle Infrastrutture Delrio. «Siamo al limite dei tempi – ha spiegato l’assessore alla Legalità, Sabella – Abbiamo una serie di progetti esecutivi già pronti per andare in gara ma abbiamo bisogno di termini più ridotti». Il “rischio Expo” non esiste, secondo Sabella, «perché Roma da gennaio in poi si è dotata di meccanismi di trasparenza senza precedenti, più di ogni altra città di Italia».