«Il prefetto in questo Paese non ha il potere di sciogliere un comune, che è di competenza del presidente della Repubblica su proposta del ministro dell’Interno, in caso persistano gravi violazioni di legge. Lo prevede una norma del testo unico sugli enti locali. Questa è una vostra sincope giornalistica». Deve tornare a precisare, il prefetto di Roma Franco Gabrielli, intervenendo su Rai 3, per evitare le speculazioni mediatiche che campeggiano sui giornali main stream. «Il prefetto ha l’obbligo giuridico ordinario di vigilare ma nel caso ravveda criticità deve dire al sindaco di ripristinare una condizione di legalità. Ma non su capriccio del prefetto Gabrielli, per me l’unico faro è la legge: tutto quello che corrisponde alla legge lo applichiamo, il resto lo sottolineiamo».

Nei confronti del sindaco Marino, puntualizza ancora il prefetto, «io mi sento un leale collaboratore nel rispetto delle reciproche competenze e funzioni». Intanto ieri, appena insediata la segreteria tecnica di coordinamento del Giubileo che presiede, Gabrielli ha subito smentito le previsioni che parlano di 33 milioni di pellegrini a Roma nell’Anno santo: «È una stima molto dopata». Molto più realistico è prevedere «l’arrivo di circa 40-50 mila pellegrini al giorno» con punte di 100 mila per le udienze del Papa e i grandi appuntamenti religiosi.

Un’attenzione particolare però dovrebbe essere posta, secondo il prefetto, alla sicurezza dei cieli della Capitale. «Se un ultraleggero si alza in volo è troppo tardi e non è che poi possiamo chiamare gli eurofighter per abbatterlo», dice lanciando un altro segnale di avvertimento agli 007 italiani.