Rimesso in libertà, anche grazie all’intervento dell’ambasciatore italiano Marco Clemente, dopo alcune ore trascorse nella cella di un commissariato di Tallinn, Giulietto Chiesa è partito in treno per Mosca nella tarda serata di ieri. Già nel pomeriggio, l’ex eurodeputato e giornalista italiano, cui le autorità estoni hanno impedito (senza peraltro notificare le ragioni del fermo) di prender parte alla conferenza «La Russia è nemica dell’Europa?», era stato intervistato telefonicamente da Izvestija. «L’Estonia ha violato tutte le leggi dell’Europa», queste le prime dichiarazioni di Chiesa.

Nessuno infatti gli ha mostrato nemmeno l’ordine in base al quale doveva lasciare il territorio estone. Alla domanda delle Izvestija, su come sia possibile espellere il cittadino di un paese dell’Unione europea da un altro paese della stessa Unione, Chiesa ha risposto che non è possibile: «È una violazione dei diritti dell’uomo e dei diritti politici di un cittadino italiano ed europeo».

Chiesa ha detto di esigere quantomeno le scuse da parte di chi ha emanato l’ordine della sua espulsione, trattandosi probabilmente del ministero degli Interni estone. Quanto al fatto che il suo caso non sia l’unico del genere accaduto in Estonia, Chiesa ha notato che, in casi precedenti, si era proibito l’ingresso alla frontiera, mentre nel suo caso non gli è stato impedito l’ingresso, per poi arrestarlo e impedirgli di prendere la parola al club internazionale «Impressum». fabrizio poggi