Svelato il programma di Locarno 68 (dal 5 al 15 agosto) che parte con il botto visto che il film inaugurale in piazza Grande sarà Ricki and the Flash (in italiano uscirà con il titolo Dove eravamo rimasti) per la regia di Jonathan Demme con un’imprevedibile e inedita Meryl Streep protagonista nei panni di una donna scapestrata che a suo tempo ha seguito i suoi sogni scaricando famiglia e figli per diventare rockstar. E ci è riuscita, solo che dopo una vita i legami affettivi la richiamano. Scritto dalla sulfurea Diablo Cody, accanto a Streep ci sono la sua vera figlia Mamie Gummer e Kevin Kline.

 

 

 
Sempre dagli Stati Uniti il nuovo Judd Apatow, Trainwreck con Amy Schumer, giovane in grande spolvero in patria, dopo exploit televisivi, che ora si è anche scritta addosso il film d’esordio come protagonista e che promette di essere particolarmente frizzante. Dal Sundance dove ha vinto il Premio del pubblico e il Gran premio della giuria arriva l’anomalo teen-movie Me and Earl and the Dying Girl di Alfonso Gomez-Rejon. Infine Southpaw di Antoine Fuqua con Jake Gyllenhaal pugile protagonista con il nome di Billy «the Great» Hope, accanto a Forest Whitaker e Rachel McAdams con Phenomenal nella colonna sonora, il brano di Eminem che ha ispirato il film.

 

 

 
Molto significativa quest’anno anche la presenza italiana. Sempre in piazza Grande Marco Bellocchio presenterà I pugni in tasca a cinquanta anni dal premio vinto proprio a Locarno, mentre Mario Martone il suggestivo corto Pastorale cilentana, realizzato per il Padiglione Zero di Expo.

 

 

 
In concorso Bella e perduta, il nuovo film di Pietro Marcello che parte come un documentario sul custode di una reggia e quando questi muore il racconto si affida a un bufalo, animale considerato inutile perché non dà latte e la sua carne è cattiva al gusto. Così il bufalo parlante Sarchiapone e Pulcinella partono verso Nord mentre Marcello ha modo di ribadire e approfondire la sua poetica narrativa.
Non sono made in Italy, ma in concorso e meritano una segnalazione No home Movie che segna il ritorno al cinema di Chantal Ackerman e Happy Hour di Ryusuke Hamaguchi, film giapponese di 5 ore e 17 minuti, che il direttore artistico Carlo Chatrian ha voluto nominare dopo che l’anno scorso è stato premiato il film di Lav Diaz di 5 ore e 38.

 

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Sempre tra gli italiani, nei Cineasti del presente Nazareno Manuel Nicoletti propone Moj brate- Mio fratello, incrocio emotivo tra la Bosnia-Erzegovina e il Canada. Da tenere d’occhio poi la coppia Martina Parenti e Massimo D’Anolfi che raccontano L’infinita fabbrica del Duomo, dove la cattedrale è proprio quella di Milano, vista con sguardo ipnotico e visionario, 700 anni di vita materiale in una giornata.

 

 

 

 

Fuori concorso Genitori di Alberto Fasulo, la disabilità dei figli e solidarietà tra adulti, I sogni del lago salato di Andrea Segre che si spinge sino in Kazakistan per esplorare un Paese in pieno boom come era l’Italia anni ’50 e lì trova molti compatrioti. Romeo e Giulietta di Massimo Coppola con l’idea di girare la tragedia shakespeariana tra i rom per scoprire che la realtà supera la drammaturgia del bardo. Vivere alla grande di Fabio Leli cheaffronta il mondo del gioco, dai gratta e vinci alle macchinette nei bar, disvelando un’infinità di piccoli e grandi traffici loschi.

 

 

 
Da non trascurare mai la retrospettiva di Locarno, in particolare quest’anno perché vede Sam Peckinpah protagonista assoluto attraverso non solo la riproposizione di tutti i suoi titoli, spesso capolavori assoluti come Il mucchio selvaggio, Getaway!, Pat Garrett &Billy the Kid, le produzioni tv e i film dove è apparso come attore. E A qualcuno piacerà Storia e storie di Elio Pandolfi di Caterina Taricano e Claudio de Pasqualis.

 

 
Molti gli ospiti e i premiati tra cui Edward Norton, Michael Cimino, Bulle Ogier, Andy Garcia, Marlen Khutsiev (regista russo bistrattato dai comunisti e dai nuovi zar).