Mai come oggi la Giornata mondiale dell’acqua diventa davvero importante. Stiamo vivendo un disastro su questo pianeta e, a livello acqua, è una crisi spaventosa. Do semplicemente un paio di dati. Il governo della Catalogna ha preso decisioni molto drastiche dato che hanno una siccità che fa paura: il governo ha deciso di ridurre il consumo idrico dell’80% per l’agricoltura, del 50% per l’allevamento e del 25% per le attività industriali. Il governo, poi, ha deciso di limitare il consumo giornaliero domestico a 200 litri d’acqua a persona. Vietato anche attivare le fontanelle ornamentali, lavare le auto o riempire piscine. Le misure restano in vigore per almeno 15 mesi. Questo è soltanto un’indicazione di quello che sta avvenendo.

Anche in Italia la crisi fa paura. I ghiacciai si stanno sciogliendo sotto i nostri occhi. Non nevica più. Dobbiamo perfino usare l’acqua per fare la neve artificiale. Ma siamo impazziti? Piove sempre di meno e abbiamo fiumi che si riducono a ruscelli. La Sicilia è in siccità da dicembre. Una situazione gravissima eppure sembra che non ci tocchi.

Gli scienziati lo dicono a chiare lettere: non ci sarebbe vita se non ci fosse acqua. Eppure la privatizziamo per farla sfruttare nella Borsa di Chicago. Stiamo giocando col fuoco. Il surriscaldamento è il prodotto finale dell’utilizzo del petrolio e del carbone per ottenere energia. O riusciamo a uscire fuori dai fossili oppure è davvero la fine.

Man mano che andremo avanti con i consumi indiscriminati, non solo avremo meno acqua ma affronteremo crisi su crisi. In Africa la zona saheliana ormai è diventata non vivibile, raggiungendo anche i 60 gradi con la terra diventa sabbia, e la gente è costretta a scappare. Ci saranno migrazioni di massa: popolazioni che dovranno per forza migrare per poter sopravvivere.

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Ci saranno guerre per l’acqua, già parecchie sono in atto come per esempio quella di Israele. Una delle ragioni fondamentali sono le risorse idriche: Israele controlla entro il muro le sorgenti. Ma scoppierà fra poco la Grande Guerra per la diga sul Nilo Azzurro tra Etiopia, Sudan ed Egitto perché le popolazioni vivono su quell’acqua e ne avranno sempre di meno.

Dobbiamo forzare i nostri governi a uscire dal fossile come necessità storica. Ma i governi non ne vogliono sapere perché sono prigionieri delle multinazionali del petrolio e delle banche. La Ue sta rinnegando il Green Deal. Dobbiamo avere il coraggio che hanno Ultima Generazione ed Extinction rebellion, il coraggio della disobbedienza civile per richiamare l’attenzione.

Secondo il World Resources Institute, nel 2040 «l’Italia sarà in stress idrico molto critico». Si attende meno 50% di disponibilità idrica per il nostro paese. A livello mondiale, entro il 2025 fino a 3,5 miliardi di persone potrebbero sperimentare scarsità d’acqua. L’Onu prevede che nel 2030 la popolazione mondiale potrà usufruire solo del 60% dell’acqua di cui avrà bisogno.

Abbiamo pochi anni per invertire la tendenza: se non riusciremo a uscire in buona parte dagli Ogm, dai fossili, si innescheranno nell’atmosfera dei fenomeni tali da cui non si potrà più tornare indietro.

Ecco perché diventa urgente davvero scendere in piazza. Per questo ritengo importante la giornata mondiale dell’acqua, perché viene a ricordarci che c’è un problema grossissimo. Papa Francesco nella Laudato sii chiama l’acqua «diritto alla vita», fonte di tutta la vita. E allora impegniamoci davvero per vincere questa grande battaglia di civiltà.

Il Forum nazionale dei Movimenti per l’acqua farà un incontro il 20 e 21 aprile a Napoli. Invitiamo davvero tutti a questo momento importante dato che Napoli è l’unica grande città che è riuscita ad avere l’acqua pubblica retta da un’azienda speciale con cui puoi fare utili ma non profitti. Ci ritroveremo per gridare l’importanza della ripubblicizzazione del servizio idrico. Con il referendum del 2011 circa 21 milioni di italiani avevano detto che tali risorse dovevano uscire dal mercato, che non si può fare profitto sull’acqua. Dobbiamo lottare per arrivarci davvero.