Il nuovo anno si è aperto all’insegna del Piccolo Principe. Il bambino sperduto fra le galassie che ragiona sulla vita, l’amore e l’amicizia giungendo alla conclusione che «gli adulti sono molto strani», ha conquistato i primi posti in classifica. È amatissimo dai lettori, un vero personaggio «longseller», aiutato a rinascere dalla scadenza dei suoi diritti dopo settant’anni.

Così, Bompiani ha perso l’esclusiva e moltissime case editrici hanno scommesso sulla favola dell’aviatore Antoine de Saint Exupéry, incassando una vittoria culturale: fra gli scaffali delle librerie, il ragazzino biondo che vaga in mezzo al deserto e alle stelle chiedendo al pilota bloccato da un guasto al suo aereo di disegnare una pecora «che non sembri un montone», è stato un protagonista indiscusso, vincendo sulle saghe fantasy e sui pop up di ultimissima generazione. Il 2015 però non sarà l’anno dell’atteso film: l’uscita italiana con Lucky Red è prevista per il gennaio 2016 (in Francia, il 7 ottobre). Dopo le serie tv e i fumetti, sarà un film animato in 3d, dal costo di circa 80 milioni di dollari, diretto da Mark Osborne(già coregista di Kung Fu panda) mentre uno dei produttori esecutivi è Leonardo Di Caprio (le voci, invece, sono di Jeff Bridges, James Franco, Marion Cotillard, Benicio Del Toro, Paul Giamatti). In rete, il trailer impazza da tempo. Rimase invece un progetto mancato, quello che Orson Welles propose a Walt Disney per un’opera che mescolasse scene in animazione e personaggi dal vivo: la collaborazione tra i due geni non andò mai in porto.
Con circa 270 traduzioni fra lingue e dialetti, 400 milioni di lettori e 150 milioni di copie vendute, la fiaba «morale» di Saint Exupéry venne stampata il 6 aprile del 1943 da Reynald & Hitchcock in inglese e francese, solo più tardi vide la luce da Gallimard (il libro fu oggetto di una contesa editoriale). Dal ’49 in Italia è sempre uscito con Bompiani, nella traduzione di Nini Bompiani Bregoli, ma quest’anno firma l’adattamento in italiano Beatrice Masini.

Fra le molte nuove traduzioni (Mondadori pubblica in contemporanea anche altri scritti di Saint Exupéry, Terra degli uomini , Pilota di guerra, La morale dell’inclinazione, Volo di notte e Corriere del Sud), l’edizione della Newton Compton è corredata dagli acquerelli dello scrittore e si avvale della traduzione e cura di Emanuele Trevi, tutti ingredienti con i quali si è aggiudicata il terzo posto in classifica. Nella sua postfazione, Trevi ci porta in visita a Bevin House, la casa abitata dall’aviatore-scrittore nelle settimane in cui si abbandonò al sogno del Piccolo Principe. Costruita verso la metà dell’Ottocento, era una grande dimora bianca, in posizione solitaria, circondata da un giardino e poteva contare su ben 22 stanze. La moglie Consuelo affittò l’edificio per «sottrarre Antoine al disordine, alle tentazioni sessuali e sentimentali, ma anche e soprattutto alle preoccupazioni e ai dolori dell’esilio di New York». E il bianco accecante delle pareti venne presto tappezzato con disegni ad acquerello e oscurato dalle nuvole di fumo che avvolgevano lo scrittore.