Come era inevitabile che fosse, la strage di sangue a Gaza porta conseguenze anche nello sport. La federcalcio palestinese infatti presenterà una mozione al prossimo congresso della Fifa – in programma a maggio a Bangkok – per chiedere la sospensione della nazionale israeliana dal massimo organismo internazionale per la violazione dei diritti umani commesse da parte dello stato ebraico. In sostanza, significherebbe estromettere Israele dalle competizioni internazionali. La proposta si basa su una lettera che la stessa federcalcio palestinese ha inviato alla Fifa qualche settimana fa, in cui si invocavano “sanzioni appropriate, con effetto immediato, contro le squadre israeliane, comprese le rappresentative nazionali e le squadre di club, per le violazioni del diritto internazionale da parte dell’occupazione israeliana in Palestina, in particolare a Gaza”. La federazione palestinese ha inoltre evidenziato che sono stati violati gli statuti della Fifa includendo nel campionato israeliano squadre con sede in Palestina. Inoltre, non sarebbero state intraprese iniziative serie contro la discriminazione e il razzismo nel movimento calcistico israeliano.

DIFFICILE che la missione della federcalcio palestinese vada a segno anche per il peso politico delle federazioni che supportano Israele, anche se la richiesta alla Fifa sulla sospensione di Israele non è solitaria. A febbraio la stessa Fifa ha ammesso di aver ricevuto una richiesta da parte di 12 federazioni per l’esclusione di Israele dalle competizioni internazionali fino a quando non si arrestasse la furia di sangue che ha portato sinora a oltre 33 mila morti nella Striscia di Gaza. Tra le federazioni che hanno sottoscritto l’istanza, presentata dalla Giordania, ci sono Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e Iran. Sono mesi in ogni caso che entrambe le parti chiedono alle istituzioni calcistiche di schierarsi sul conflitto in Medio Oriente. Nell’autunno del 2023 la Football Association è stata sollecitata dal governo britannico – vicino alla causa israeliana – di illuminare l’arco dello storico impianto londinese di Wembley con i colori della bandiera israeliana come segno di solidarietà con Israele, prima di una partita con l’Australia. Lo stesso avvenne per i colori ucraini dopo l’avvio dell’operazione militare russa. Erano passati pochi giorni dall’attacco sanguinario di Hamas, ma la Football Association decise di non cedere all’ingerenza di Downing Street.