Daniela Fregosi è un simbolo per il lavoro autonomo in Italia. Nell’estate del 2013 ha scoperto di avere un tumore al seno e da allora, sul blog Afrodite K, si è impegnata in una battaglia per le tutele dei freelance. Per un anno e mezzo ha condotto un coraggioso sciopero dei contributi perché in Italia le partite Iva che sono colpite da una malattia oncologica vengono «coperte» dalla sanità pubblica solo per 61 giorni. E un tumore non lo si cura in due mesi. Nell’autunno scorso ha iniziato una causa davanti al giudice del lavoro di Grosseto e con questa intende arrivare davanti alla Corte costituzionale. Il suo obiettivo è far dichiarare «incostituzionalI» le leggi sul trattamento delle malattie dei lavoratori autonomi. La sua petizione online ha conquistato 104 mila sostenitori, associazioni come Acta si sono mobilitate. Alcune delle sue richieste sono state recepite nel Ddl sul lavoro autonomo approvato dalla commissione lavoro al Senato giovedì 28 luglio. «Siamo in far west della legge – afferma -Dopo la petizione, le lotte, stiamo sulla strada giusta e piano piano stiamo avendo quelle che per noi sono conquiste incredibili. Mi rendo conto che per molti queste sono cose ovvie, ma per noi è una vittoria che una legge possa determinare qualcosa che prima non esisteva».

Il Ddl non prevede l’equo compenso o altri importanti diritti sociali, ma tutela almeno i tempi di pagamento, permette l’associazione tra professionisti. Che succede sulla malattia?
Si estendono le norme che equiparano la degenza domiciliare alla degenza ospedaliera. Questo significa che si applicheranno sia alle malattia oncologiche e alle patologie cronico-degenerative che colpiscono anche i freelance.

Qual è la differenza con il passato?
La nostra indennità di malattia oggi è massimo di 61 giorni all’anno. Se hai un influenza è un conto, se hai un tumore sono insufficienti. Da qui è nata la protesta. Era una delle cose più importanti: quando sarà approvata la legge la soglia sarà portata a 180 all’anno.

Quali altre norme il Ddl della commissione ha acquisito dalla petizione?
Hanno accolto il congelamento dei contributi previdenziali per la durata della malattia. Si parla di rateizzazione, ma non si dice come saranno strutturate. Bisogna capire bene. Ad oggi non c’è scritto che c’è un interesse.

È giusto chiedere l’esenzione totale per il periodo della malattia?
Assolutamente sì. Ma per il momento la richiesta è di congerlarli, vuol dire che la cifra resta uguale e la si paga dopo si torna al lavoro, rateizzata. Almeno impediamo che lo Stato diventi come Equitalia e faccia lo strozzino sulla malattia. Non è proprio una cosa carina, dai. Purtroppo non si parla però di sospensione delle imposte come l’Irap.

La sospensione degli studi di settore durante la malattia è confermata?
Dal testo approvato dalla commissione no. L’emendamento è stato bocciato. Il problema è serio: mi hanno scritto molte persone sul blog. Un uomo mi ha raccontato che sua moglie – una dipendente- si è ammalata di tumore. Lui, partita Iva, ha dovuto assisterla, e ha lavorato molto di meno. L’agenzia delle entrate ha fatto gli accertamenti e lo ha costretto a pagare la multa. A nessuno interessava della moglie e lui ha dovuto pagare.

Un altro aspetto della biopolitica del lavoro autonomo è la tutela per la gravidanza a rischio. È prevista?
Al Senato l’emendamento non è passato, vedremo alla Camera. È una misura importante per le donne freelance che sono costrette a non lavorare per non perdere il bambino. In questi casi la gravidanza ti immobilizza e non ti permette di lavorare. Le donne devono essere tutelate anche in questi casi.

È estate e lei è sempre all’erta.
Sono una malata. Non più di un tumore, ma di giustizia. Finché non vedo guarire questo sistema, vado avanti e rompo le scatole.