Il nostro paese, come giustamente ribadito dalla stampa di ieri, ha un grande debito nei confronti di Carlo Azeglio Ciampi, ma su un punto avanzo qualche obiezione: sostenere che il merito maggiore di Ciampi è stato quello di aver portato l’Italia nell’euro, proprio non mi convince. Non mi convinse anche quando fu realizzata, come testimoniano alcuni miei articoli sul manifesto di quella stagione. Era del tutto illusorio pensare che la moneta unica avrebbe unificato i paesi europei con storie serie e diverse.

Ricordo di aver scritto allora che rovesciando la realtà dello stato che batte la moneta, si voleva far passare l’idea che con il capitalismo avanzato potesse essere la moneta a battere lo stato. Cioè che l’unione monetaria avrebbe prodotto l’unione politica e istituzionale dell’Europa.

Riconoscendo tutti i meriti di Ciampi debbo dire che quella dell’euro fu una scelta illusoria come risulta dalla crisi attuale.

Come scrive il Nobel Joseph Stiglitz su Internazionale del 26 agosto-1 settembre di quest’anno. «Se l’eurozona non va bene la colpa è dell’euro: l’euro è nato male, e neanche i migliori politici del mondo avrebbero potuto farlo funzionare. La struttura dell’eurozona ha imposto una rigidità che ricorda quella del sistema aureo. La moneta unica ha cancellato il principale meccanismo di aggiustamento a disposizione degli stati: il tasso di cambio. Così l’eurozona ha limitato l’autonomia degli stati nella politica monetaria e fiscale».

Questo ha scritto Stiglitz, ma è doveroso aggiungere che anche Ciampi che aveva realizzato il passaggio dalla lira all’euro, già a quel tempo affermava la necessità di andare avanti: «Attenzione – disse – abbiamo unito le monete ma non l’Europa. Se non portiamo avanti l’unione politica e istituzionale, questa zoppia, prima o poi farà crollare tutto».

Stiamo attenti: da zoppi il rischio di cadere è forte. E c’è anche chi vorrebbe dare qualche spintarella.