Addio Torino, ce ne andiamo a Milano. Questo è il business, bellezza. L’Associazione Italiana Editori (Aie) abbandona il Salone del Libro di Torino e dà il via libera a un progetto di promozione del libro che avrà come momento clou una manifestazione a Milano a maggio, in contemporanea all’evento torinese, confermato dalla amministrazione Appendino ma che gli editori vorrebbero soppiantare. «L’amministrazione e la fondazione di Torino decida di fare quello che vuole – ha spiegato il presidente dell’Aie Federico Motta -, noi iniziamo un percorso nuovo».

La riunione del consiglio generale dell’Aie ha approvato una scelta che era nell’aria da mesi: 32 votanti, 17 sì, 7 no e 8 astenuti. Esulta Mondadori: «Gli editori tornano finalmente protagonisti». Non è stato un incontro pacifico, la casa editrice torinese Lindau si è detta pronta a lasciare l’associazione e raccogliere in un coordinamento gli editori a sostegno dello storico Salone sotto la Mole.

A evitare lo strappo non sono bastate le assicurazioni del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, per un rilancio dell’evento torinese. Il presidente dell’Aie Motta sostiene che sarà «qualcosa di nuovo e utile a tutti», dove – «come negli altri Paesi» – saranno gli editori, «senza fondi pubblici», a gestire una fiera. Per questo motivo hanno deciso di creare una nuova società con Fiera Milano, che avrà il 51% delle azioni. La scelta non sarebbe dipesa solo dai costi, che sarebbero 200 mila euro per tre padiglioni a Rho Pero contro i 600 mila del Lingotto, ma nei giorni precedenti Motta aveva voluto ribadire il ruolo imprenditoriale degli editori. Il nome della fiera milanese sarà annunciato a settembre.

La decisione non è stata presa bene a Torino ed è vissuta come l’eterno scippo da parte di Milano nei confronti del capoluogo piemontese. Si tratta forse della manifestazione, fondata nel 1988, a cui la città è più legata, nonostante tutti gli scandali giudiziari che l’hanno recentemente colpita. L’ultimo riguarda i quattro arresti di vari dirigenti con l’accusa di turbativa d’asta, indagato anche l’ex assessore comunale Maurizio Braccialarghe. L’ipotesi è che dalla Fondazione per il libro siano state veicolate informazioni sulle offerte in modo da favorire Gl Events che negli anni precedenti aveva ottenuto l’organizzazione della fiera senza che venisse fatto un bando. L’inchiesta era nata da un ramo dell’indagine per peculato che coinvolge l’ex patron Rolando Picchioni.

Torino prova comunque resistere alla «spietata» Milano. Le istituzioni fanno quadrato. «Andiamo avanti per la nostra strada: il Salone del Libro è un valore aggiunto per Torino e per il Piemonte e l’edizione 2017 si farà», annuncia la sindaca Chiara Appendino, mentre il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino promette «un progetto forte che possa aprire un nuovo ciclo trentennale della kermesse torinese». La sindaca M5S entra nel cuore del problema: «Erano evidentemente troppi gli errori del passato che hanno portato a questa situazione. Appena insediati, anche per l’eco dirompente dell’inchiesta giudiziaria che ha portato alle misure cautelari di diverse persone, abbiamo azzerato i vertici della Fondazione e rinegoziato il contratto con GL events, ottenendo il dimezzamento del canone d’affitto e un sostengo finanziario». Anche Itedi (la società che edita il quotidiano La Stampa) ha manifestato la sua disponibilità a supportare la manifestazione del 2017 assicurando una forte partnership.

Chiamparino risponde a Motta e delinea il piano di rilancio: «La sfida è accettata: noi ora ci prendiamo il tempo strettamente necessario per elaborare un progetto innovativo con le diverse personalità che, a cominciare da Massimo Bray (che si è detto favorevole a diventare il presidente della Fondazione per il Libro), hanno dato la loro disponibilità. Giocheremo le nostre carte sul piano dell’innovazione culturale con un progetto che segni discontinuità con il passato e un rilancio forte del Salone del Libro, un progetto che, anche in considerazione dell’intesa e del sostegno al Salone da parte del Mibact e del Miur, abbia come obiettivo la promozione di tutte le forme di lettura a livello nazionale».