L’ultima volta l’avevamo visto alle Giornate degli Autori di Venezia 69 con Acciaio, la storia di due adolescenti della provincia proletaria di Piombino. Oggi Stefano Mordini è invece l’unico italiano nella selezione ufficiale del Festival di Cannes, dove sarà presente con il suo Pericle il nero, nel cartellone di Un Certain Regard.

Tratta dal romanzo omonimo del 1993 di Giuseppe Ferrandino, la storia di Pericle il nero aveva inizialmente suscitato l’interesse del regista Abel Ferrara, ma poi il progetto – interpretato e prodotto da Riccardo Scamarcio con la moglie Valeria Golino – è passato nelle mani di Mordini. Nel romanzo il protagonista Pericle Scalzone è un malavitoso al soldo di Luigino Pizza, un boss camorrista dei quartieri spagnoli di Napoli.
Quando gli viene commissionato l’omicidio di un prete locale si ritrova invischiato in una spirale di violenza, da cui si sottrae scappando a Pescara.

È nella città abruzzese che Pericle incontra la polacca Nastasia, madre di due figli e operaia in una fabbrica di copertoni. Il film, una Co-produzione italiana, francese e belga, sposta l’ambientazione da Napoli a Liegi e Calais, mantenendo però le radici partenopee dei protagonisti. Prima di Pericle il nero» e Acciaio, il toscano Stefano Mordini aveva già girato Provincia meccanica, del 2005, che racconta la storia di una donna mentalmente instabile che perde la custodia della figlia, interpretato da Valentina Cervi e Stefano Accorsi. Tra i suoi lavori anche tre documentari: Paz ’77, del 2001, racconta la storia del fumettista Andrea Pazienza. L’anno successivo, L’allievo modello  spiega e ripercorre la crisi economica Argentina del 2001. Il confine, del 2007, ci porta invece nei luoghi di preghiera delle comunità islamiche milanesi.