Ancora scintille sulla Leopolda 2014, la manifestazione della corrente di Matteo Renzi che si terrà il prossimo week in contemporanea – e in competizione mediatica – con la manifestazione Cgil contro il jobs act. Ieri a Firenze la riunione operativa dei volontari che si occuperanno della kermesse, guidati dalla ministra delle riforme costituzionali Maria Elena Boschi che quest’anno, ha assicurato, sarà «nel back office come tanti altri volontari».

Ma la manifestazione suscita ogni giorno una nuova polemica dentro il Pd. Le minoranze, alla vigilia della direzione che affronterà il dolente tasto del crollo delle tessere, se la prendono con il segretario-premier perché – sostengono – si occupa poco del partito privilegiando le iniziative della sua corrente. Come quella fiorentina, appunto. Che tradizionalmente (è arrivata ormai alla sua quarta edizione, e alla sua prima ’di governo’) non prevede bandiere di partito. Anche se qualora arrivassero «saranno ben accolte», ha precisato Boschi. Per di più ieri La Stampa, che pure non è antipatizzante con il presidente, ha pubblicato l’elenco dei finanziatori dell’evento organizzato dalla Open Big Bang, la fondazione che si occupa dall’inizio della raccolta fondi per l’irresistibile ascesa di Renzi. L’elenco ’in chiaro’, va detto, e cioè solo dei finanziatori che hanno dato il loro ok a vedere pubblicato il loro nome.

Ne escono informazione curiose, e borderline con il conflitto di interesse. Come il caso dei 10mila euro devoluti da Fabrizio Landi, nominato dal governo nel cda di Finmeccanica. Spiccioli, certo, rispetto ai 175mila del finanziere Davide Serra, nel cerchio magico dei consiglieri economici di Renzi. O ai 120mila del patron della chimica Guido Ghisolfi, e ai 60mila dall’imprenditore Romeo. Ma tutto fa brodo, anche i 20mila euro della Simon Fiduciaria amministrata da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo grazie all’appoggio di Renzi. E gli oboli di Paolo Fresco, ex Fiat, del finanziere Carlo Micheli e del bel mondo imprenditoriale che quasi al completo di recente si è riunito al matrimonio di Marco Carrai, altro amico-collaboratore del premier, che da presidente dell’aeroporto di Firenze e consigliere della Cassa di risparmio di Firenze gli prestava generosamente la casa. Curiosamente larghe anche le donazioni dei parlamentari di stretta osservanza: 12mila euro dal tesoriere Bonifazi, 8800 dalla ministra Boschi, 6600 da Dario Nardella, sindaco di Firenze.

In tutto un tesoretto da quasi due milioni di euro. Che suscita l’ironia amara di Stefano Fassina su facebook: «Una parte dell’establishment italiano finanzia la Leopolda di Renzi. Due domande mi permetto sommessamente di rivolgere al segretario del Pd. Per ragioni di opportunità, non si potevano evitare i generosi e certo disinteressati contributi di chi è stato nominato dal governo Renzi nel cda di importanti aziende pubbliche? Le ingenti risorse da te raccolte, invece che per la tua corrente, non potevano essere utilizzate per tutto il Pd, ad esempio per aiutare tanti circoli che non riescono a pagare l’affitto e sono costretti a chiudere? Prima il Pd».

Renzi non replica, per ora. La fondazione precisa che i 2milioni sono il frutto della raccolta dal 2012 al luglio 2014 – quindi hanno finanziato anche le primarie di Renzi, dove però ai candidati il Pd aveva imposto un budget basso, che la fondazione non poteva aggirare – e che «in base a un primo calcolo preventivo» il costo della Leopolda di quest’anno sarà di «circa 300 mila euro».