È un volume piuttosto importante quello licenziato da Leila Karami e Biancamaria Scarcia Amoretti per Ediesse. Si intitola Il protagonismo delle donne in terra d’Islam. Appunti per una lettura storico-politica (collana sessismoerazzismo, pp. 333, euro 16) e getta luce su intrecci, storie – singolari, collettive – e implicazioni a partire dall’esperienza di alcuni seminari organizzati circa tre anni fa da Karami e Scarcia Amoretti alla Casa Internazionale delle Donne di Roma in collaborazione con Stefania Vulterini.

Da quegli incontri si è svolto un ulteriore ragionamento che attenesse non al mero resoconto compilativo degli atti bensì a un più complesso percorso di idee che rispondente a un’intenzione precisa: andare oltre gli stereotipi e le confusioni che spesso si palesano quando ci si riferisce al «mondo musulmano» come fosse perlopiù un coacervo indistinto di paesi che dal Marocco all’Indonesia e dalla regione subsahariana fino alle steppe dell’Asia centrale arriva alla regione del Xinjan dell’odierna Repubblica cinese.

Ciò che viene a sgranarsi è allora una mappa di interesse non solo geo-politico ma anche di chiaro valore didattico, per chi sa riconosce già i luoghi e si sa orientare e per chi non conosce quasi niente di ciò che si convoca quando si parla di islam senza attribuire a esso contesti specifici. La confusione appare più evidente, terreno di ulteriori imprecisioni, quando si tenti di collocare la storia delle donne che nei paesi musulmani ci vivono, lottano e molto più spesso di quel che si crede mettono a disposizione le proprie narrazioni politiche.

Merapi (Indonesia)
Merapi (Indonesia)

Il libro si suddivide così in capitoli che rappresentano le vaste aree nominate, di cui la prima è quella mediterranea quindi Egitto, Siria, Maghreb, Libano, Turchia e infine l’esperienza a sé della Palestina. Poi l’area medio-orientale: Iraq, Iran e Afghanistan e infine l’area del golfo persico e dell’oceano indiano: Pakistan, Penisola araba, Somalia. L’Indonesia, a cui non è stato dedicato nessun seminario specifico ma che si avvale di una intervista con Chiara Formichi, chiude il volume.

Le autrici coinvolte sono molte, a diversi livelli impegnate in contesti politico-culturali: Azzurra Meringolo, Cristiana Baldazzi, Deborah Scolart, Layla Mustapha, Amal Hazeen, Ayse Saraçgil, Bianca Maria Filippini, Marisa Paolucci, Daniela Bredi, Ersilia Francesca, Maria Vittoria Tessitore.

Alcune hanno avuto non solo la possibilità di approfondire teoricamente bensì hanno avuto esperienza diretta dei territori di cui parlano. È il caso per esempio di Nadia Pizzuti che dal 1997 al 2000 è stata corrispondente dell’Ansa a Teheran. I diversi contesti politici che hanno animato e animano tuttora i territori interessati ed esaminati, con particolare riferimento alle esperienze militanti nella quotidianità delle donne, acquistano una fisionomia storica eccentrica che, là dove potrebbe apparire disomogenea, si determina di differenze di classe, accadimenti, conquiste sociali, culturali e politiche che vanno a sfaldare quel continente solo apparentemente monolitico e opaco.